E' la domanda di sempre.
Tuttavia la risposta dipende dai casi specifici.
Di base la scelta del mazzo, come ha detto franko è una questione soggettiva.
Nella realtà dei fatti ovviamente ci sono mille sfaccettature che hanno un loro peso.
Fondamentalmente i tarocchi si dividono in due grandi filoni,
uno di ispirazione francese e un altro di ispirazione anglosassone.
Tutto ciò che si trova oggi in commercio è merchandising pro consumismo,
inutile elencare i nomi dei mille mazzi ispirati alla tal cosa... ecc,
gli unici mazzi con un certo valore sono:
1) i marsigliesi,
perché sono l'origine della cartomanzia che è arrivata fino a noi,
2) i tarocchi elaborati da Arthur Edward Waite,
e disegnati da Pamela Colman Smith, che sono i tarocchi del '900 se vogliamo,
rappresentanti indiscussi della cartomanzia moderna.
Accanto a questi due mazzi non posso non citare
(3) i tarocchi universali o di Oswald Wirth,
che nel suo mazzo di tarocchi "cabbalistico",
unificò tutti i simboli delle discipline esoteriche.
Altri mazzi interessanti e degni di essere menzionati sono certamente
i tarocchi dei Visconti.
Ora, ritornando al nocciolo della questione,
secondo me quando ci si approccia alla cartomanzia si dovrebbe sempre scegliere
un mazzo di quelli che ho citato,
un mazzo storico dunque, per studiare... bene, e non da cialtroni.
I tarocchi per loro natura, non si leggono, si interpretano,
e precisamente si interpretano i loro simboli, i segnali, i messaggi,
nascosti nei disegni dei 22 arcani maggiori.
Tutto ciò richiede tempo e pazienza, non certo qualità medianiche o da veggente,
quindi bisogna studiare, solo studiare.
Un ottimo punto di partenza sono certamente i tarocchi di Marsiglia, che nelle varie versioni restaurate offrono un vero e proprio trampolino di lancio nello studio delle immagini arcane.
Per chi non avesse in simpatia questo mazzo, l'opzione è sempre un mazzo storico fra quelli sopra citati.
Ovviamente, lo ribadisco, sto parlando solo ed esclusivamente di quel periodo di tempo che serve a memorizzare i significati, i dettagli della carta.
L' immagine della carta è il punto di partenza,
solo con un' attenta analisi possiamo fare nostro il linguaggio dei tarocchi,
ed è solo così che riusciremo a memorizzare le parole chiave di ogni lama
per poter, in fine, formulare intere frasi.
Certamente quando si raggiunge un certo livello di conoscenza e di consapevolezza,
ci si può anche dilettare con altri mazzi ispirati alle più lontane fantasie degli illustratori, certi di saper cogliere il senso giusto del messaggio delle carte estratte.
E' solo per questo motivo che sconsiglio sempre, lo ripeto ancora una volta,
di cominciare ad approcciarsi con mazzi che non siano carichi dei giusti significati,
si rischia seriamente di fuorviare i significati e di memorizzare dettagli sbagliati
per ogni lama.
Anche io possiedo qualche mazzo "ispirato", quindi capisco bene che un certo mazzo,
con il suo disegno ci chiama, io ad esempio li uso per spezzare quando sono stanco,
per esempio, faccio un paio di stese con un mazzo di tarocchi dal gusto rinascimentale e poi ritorno al mio solito mazzo.
Se ripenso al mio percorso con i tarocchi, non riesco ad immaginare di memorizzare dei significati e dei concetti di una carta che non ha i giusti dettagli... non riuscirei ad usare o mi costerebbe una gran fatica usare per esempio, i tarocchi degli gnomi,
delle Fate o delle Sirene, dei Gatti o qualunque altra cosa sia.
Alla luce di questi fatti, quando dico che, i tarocchi di Aladino piuttosto che quelli di Nefertari o dei Druidi... "non dicono niente", non sto solo velatamente ironizzando,
ma effettivamente non parlano perché i 22 arcani maggiori non hanno più i simboli,
i particolari, ed i colori per ricostruire i giusti significati interpretativi
che sono la voce vera e propria del mazzo.
In pratica non sono dei veri e propri tarocchi,
al massimo possono essere dei mazzi da collezione il cui valore è unicamente dettato dal feeling che si instaura con un certo tipo di immagini,
disegnate magari dal nostri illustratore preferito.