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 Libro di Thoth

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Rebecca

Rebecca


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MessaggioTitolo: Libro di Thoth   Libro di Thoth EmptyGio Feb 09, 2012 11:41 pm

Ammetto che è molto lungo da leggere ma è davvero interessante e forse ci sarò anche da discutere su qualche argomento.
P.S. Qui manca l'apostrofo, con il copia ed incolla (l'ho preso da un file pdf) non lo inserisce... Comunque penso sia lo stesso leggibile.

BUONA LETTURA!



LIBRO DI THOTH
SIGILLO DI BABALON
A.×.A.×.
Pubblicazione in Classe B.
Imprimatur
N. Fra: A.×.A.×.
O.M. 7E= 4 R.R. et A.C.
I.A. 5E= 6 R.R. et A.C.
I L L I B R O
D I
T H O T H
Un Breve Saggio sul Tarocco
degli Egiziani
essendo
L’Equinozio Volume III No. V
del
MAESTRO THERION
Artista Esecutrice: FRIEDA HARRIS
In Ixviii Sole in 0E0’0" Aries
Marzo 21, 1944 e.v., 5.29 p.m.

RUOTA E-WHOA!
La Grande Ruota di Samsara.
La Ruota della Legge. (Dhamma)
La Ruota del Taro.
La Ruota dei Cieli.
La Ruota della Vita.
Tutte queste Ruote sono una; malgrado ciò di tutte queste la Ruota del TARO da sola ti giova consciamente.
Medita a lungo e in largo e profondamente, O uomo, su questa Ruota, che ruota nella tua mente!
Sia questo il tuo compito, di vedere come ogni carta sorge necessariamente da un’altra carta, addirittura in ordine dato dal Folle al Dieci di Denari.
Allora, quando hai conosciuto la Ruota del Destino in modo completo, possa tu percepire
QUELLA Volontà che l’ha mossa per la prima volta. (Non vi è prima né ultima.)
Ed ecco! tu sei passato attraverso l’Abisso.
Il Libro delle Menzogne ÊÅÖ .ÏÇ
áÂâÂ&ÃãÄäÅåÆæÇçÈèIéÊêËëÌìÂÍvÎîÏoÐðÑñÓóÓòÔôÕõÖö××÷Øø

CONTENUTI
Parte prima la teoria del Tarocco
parte seconda gli atu chiavi trionfi
parte terza le carte di corte
parte quarta le piccole carte
Invocazione e Mnemonica
Appendice A
Appendice B
Lilsta delle illustrazioni
il doppio loop nello zodiaco
il caduceo
le dignità essenziali dei pianeti
figure

NOTA BIBLIOGRAFICA
Il 18 Novembre 1898, e.v., Aleister Crowley fu iniziato all’Ordine Ermetico della Alba Dorata; egli assunse il motto
«Perdurabo» - «Io durerò fino alla fine»1 .
Nel febbraio dell’anno seguente, egli raggiunse il grado di Practicus, e gli furono di conseguenza affidate le attribuzioni segrete del Tarocco, specialmente quelle degli ATU (Vedi pp. 5-10).
Egli lavorò giornalmente su questi Manoscritti, per la maggior parte sotto l’istruzione personale di G.H. Frater 7E=4E D.D.C.F.(S. Liddel Mathers) e V.H. Frates 5E=6E Iehi Aour (Allan Bennett, più tardi Sayadaw Ananda Metteya) e Volo Noscere (George Cecil Jones) come padrone di casa o ospite di questi Adepti.
Egli continuò questi studi da solo anche durante il suo primo viaggio intorno alla terra, alla ricerca della Saggezza Segreta.
L’8, il 9 ed il 10 Aprile del 1904 e.v., egli ricevette il Libro della Legge. Scelto dai Maestri per eseguire il Loro sublime piano, egli iniziò a preparare il sentiero per l’affermazione del Nuovo Eone, nel modo in cui fu istruito da Loro (Vedi L’Equinozio degli Dei per un resoconto completo e dettagliato di ciò, il più importante evento della sua carriera).
Egli in conformità pubblicò le precedenti attribuzioni segrete del Tarocco nel libro 777 vel Prolegomena symbolica ad systemam Sceptico-mysticae viae explicandae,
fundamentum hieroglyphicum sanctissimorum scientiae summae.
Seguendo la tradizione di Eliphaz Levi, molta della sua scrittura magica è modellata su, o adornata di riferimenti al Tarocco. Rilevante in questa connessione sono:
Ambrosii Magi Hortus Rosarum (The Sword of Song, 1904 e.v.) The Wake-World (Konx Om Pax, 1907 e.v.) Liber XXX Aerum vel Saeculil sub figura CCCCXVIII; essendo La Visione e la Voce degli Angeli dei Aethyrs (1911 e.v.)
Il Libro delle Menzogne (1913 e.v.)
Magick in Teoria e Pratica (Book 4, Parte III) 1929 e.v.
Egli pubblicò un completo resoconto del Tarocco, secondo i Manoscritti dell’Ordine Ermetico Ordine dell’Alba Dorata in The Equinox, Vol. I, N. 7 ed 8 (1912 e.v.).
Durante tutto questo tempo il Tarocco fu il suo compagno giornaliero, la guida, e l’oggetto di ricerca.
Egli riuscì ad unire sotto lo Schema della Santa Qabalah, della quale il Tarocco è il più grande elemento singolo, tutti i sistemi filosofici e magici, incluso quello dei Cinesi. Questo, e il suo «Arrangiamento Napoletano» sono con pochi dubbi la sua più grande impresa nella dottrina.
Per molti anni egli aveva deplorato l’assenza di qualsiasi Testo autentico del Tarocco. I mazzi medioevali sono irrimediabilmente corrotti da partigiani di sistemi politici esistenti, o in altro modo lontani dal presentare l’Antica Verità
del Libro in un sistema coerente, o in una forma di lucida bellezza.
Dall’inizio del suo studio è stato suo fervente desiderio costruire un Testo valido.
Lo stesso Eliphaz Levi aveva desiderato eseguire un simile compito, ma riuscì solo a lasciarci due degli Atu, «Il Carro» e «Il Diavolo». Molti altri hanno tentato l’opera, oltretutto senza la conoscenza delle vere Attribuzioni. I loro tentativi sono stati grossolani, senza senso, pietosamente grotteschi.
Ma i Maestri che hanno sorvegliato, guidato e punito l’autore di questo presente volume, avevano in serbo la ricompensa dei suoi lavori. Essi gli introdussero un’abile artista, Frieda Harris, la quale sebbene avesse poca o nessuna
conoscenza previa del Tarocco, possedeva nella sua mano destra lo Spirito Essenziale del Libro.
Insieme essi disposero le loro energie per il compito formidabile di preparare le 78 carte del Libro di Thoth.
La sua idea originale era stata di eseguire un mazzo secondo gli Editori Medioevali, corretto alla luce delle descrizioni
date in Equinox I, vii e viii. Ma lei incontrò difficoltà tecniche, tali come introdurre «10 mani Angeliche a raggi» lungo tutto il percorso, producendo un effetto grottesco; e inoltre lei osservò che i suoi insegnamenti, nel corso delle sue
spiegazioni, andavano molto più in alto e più in profondità di qualsiasi cosa in tutti i modelli accessibili. Lei di conseguenza lo forzò - l’uomo più pigro nei tre continenti! - a intraprendere quello che è a tutti gli effetti un’opera originale, incluse le ultime scoperte nella scienza moderna, le matematiche, la filosofia e l’antropologia; in una parola, di riprodurre la totalità della Mente Magica pittoricamente sullo schema dell’antica tradizione Cabalistica. Egli accettò questo peso colossale; ciò rinnovò la sua energia e il suo entusiasmo.
Malgrado ciò il suo peso era doloroso: il lavoro anticipato a tre mesi si estese a cinque anni. Il successo di lei come sua interprete oltrepassa ogni credo. Lei doveva lavorare dai suoi schizzi molto grossolani, spesso da semplici descrizioni,
o dal leggere attraverso le linee degli antichi mazzi. Dedicò il suo genio all’Opera. Con incredibile rapidità lei raccolse il ritmo, e con pazienza inesauribile si sottomise alle correzione del fanatico schiavo-guida che lei aveva invocato, spesso dipingendo la stessa carta fino a otto volte fino a che essa era all’altezza della sua stecca di Acciaio Vanadio!
Possa l’appassionato «amore sotto la volontà» che lei ha immagazzinato in questo Tesoro della Verità e della Bellezza sgorgare dallo Splendore e Forza del suo lavoro a illuminare il mondo; possa questo Tarocco servire come una
carta per gli audaci marinai del Nuovo Eone, per guidarli attraverso il Grande Mare della Comprensione alla Città delle Piramidi!
Il libretto che accompagna fu buttato giù da Aleister Crowley, senza l’aiuto dei genitori. La sua lettura attenta può essere omessa con vantaggio.
S.H. Soror I.W.E. 8E=3E A.×.A.×.

PARTE PRIMA
LA TEORIA DEL TAROCCO
I
I CONTENUTI DEL TAROCCO
IL TAROCCO è un mazzo di settantotto carte. Vi sono quattro semi come nelle carte da gioco moderne, da cui sono derivate. Ma le carte di Corte sono quattro invece di tre. In addizione vi sono ventidue carte chiamate «Trionfi», ognuna della quali è un quadro simbolicio con un titolo proprio.
A prima vista uno potrebbe supporre che questo arrangiamento sia arbitrario, ma non è così.
Esso è reso necessario, come apparirà più tardi, dalla struttura dell’Universo, ed in particolare del Sistema Solare, come simbolizzata dalla Santa Cabala. Ciò sarà spiegato a tempo debito.

L’ORIGINE DEL TAROCCO
L’origine di questo mazzo di carte è molto oscura. Alcune autorità lo fanno risalire indietro nel tempo fino agli antichi Misteri Egiziani; altri cercano di postdatarlo tardi fino al quindicesimo o persino il sedicesimo secolo. Ma il Tarocco certamente esisteva in quella che può essere chiamata la sua forma classica fin dal quattordicesimo secolo; poiché mazzi di quella data sono ancora esistenti,
e la forma sin da quel tempo non è variata in qualsiasi aspetto rilevante.
Nel Medioevo queste carte erano usate molto per la predizione, specialmente dalle zingare, così che fu usuale parlare del «Tarocco dei Boemi», o «degli Egiziani». Quando fu scoperto che le zingare, a dispetto della etimologia, erano di origini Asiatiche, alcune persone cercarono di trovare la sua fonte nell’arte e nella letteratura Indiana.
Non vi è alcun bisogno per entrare in qualsiasi discussione su questi punti dibattuti 2 .

LA TEORIA DELLE CORRISPONDENZE DEL TAROCCO
Insignificanti al presente proposito sono la tradizione e l’autorità. La Teoria della Relatività di Einstein non riposa sul fatto che quando la sua teoria fu messa alla prova essa fu confermata. La sola teoria di interesse fondamentale sul Tarocco è che è un ammirevole quadro simbolico dello Universo, basato sui riferimenti della Santa Cabala.
Sarà necessario, più avanti in questo saggio, descrivere la Santa Cabala in maniera completa, e discutere dettagli rilevanti. La parte rilevante qui è chiamata Gematria una scienza nella quale il valore numerico di una lettera ebraica, essendo inoltre ogni lettera un numero, lega quella parola con altre dello stesso valore, o un multiplo di queste. Per esempio AChD unità (1+8+4)=13 e AHBH
Amore (1+5+2+5+)=13. Questo fatto è sostenuto per indicare «La natura dell’unità è amore». Quindi IHVH Jehovah (10+5+6+5)=26=2x13. Un’importante interpretazione del Tarocco è che esso è un Notariqon della Torah ebraica, la Legge, anche di ThROA il Cancello. Ora attraverso le attribuzioni Yetziratiche - vedi la tabella alla fine - questa parola può essere letta L’Universo - il nuovo nato Sole- Zero. Questa è la Vera Dottrina Magica di Thelema: Zero uguale a Due. Inoltre, nella Gematria, il valore numerico di ThROA è 671 = 61x11. Ora 61 è Ain, Niente o Zero, e 11 è il numero dell’Espansione Magica; anche in questo modo, perciò, ThROA annuncia quello stesso dogma, la sola spiegazione filosofica soddisfacente del Cosmo, la sua origine, il modo e l’oggetto. Il mistero completo circonda la questione dell’origine di questo sistema; qualsiasi teoria che soddisfi i fatti richiede assunzioni che sono completamente assurde. Per spiegarla, alla fine, uno deve postulare nell’oscuro passato una fantastica assemblea di rabbini eruditi che solennemente calcolarono tutti i modi di combinazioni di lettere e numeri, e crearono il linguaggio Ebraico con queste serie di manipolazioni. Ciò è chiaramente contrario non solo al senso comune, ma anche ai fatti della storia,
e a tutto quello che noi conosciamo sulla formazione del linguaggio. Ciònondimeno l’evidenza è ugualmente forte che vi è qualcosa, non un poco di qualcosa, ma una grande quantità di qualcosa, che esclude tutte le ragionevoli teorie della coincidenza, nella corrispondenza tra parole e numeri.
É un fatto innegabile che ogni dato numero non è semplicemente uno più che il numero precedente e uno meno che il numero successivo, ma è un individuo, indipendente, una cosa in sé stessa, una sostanza spirituale, morale ed intellettuale, non solo tanto, ma una più grande quantità rispetto a qualsiasi essere umano. Le sue relazioni matematiche sono infatti semplicemente le leggi
del suo essere, ma esse non costituiscono il numero non più che le leggi chimiche e fisiche della reazione nella anatomia umana danno un quadro completo dell’uomo.

L’EVIDENZA PER LA TRADIZIONE INIZIATICA DEL TAROCCO

I. Eliphaz Levi e il Tarocco
Anche se le origini del Tarocco sono perfettamente oscure, vi è un frammento molto interessante di storia moderna, una storia che è ben radicata dentro la memoria dell’uomo vivente, che è estremamente significativa, e si troverà, come la tesi si sviluppa, che essa la sostiene in una maniera molto sorprendente.
Nella metà del diciannovesimo secolo, sorse un grande Cabalista e studioso, che ancora annoia le persone piatte con la sua abitudine di divertirsi a loro spese rendendoli ridicoli dopo la morte. Il suo nome era Alphonse Louis Costant, ed egli era un abate della Chiesa Romana. Per suo «nom de guerre» egli tradusse il suo nome in Ebraico - Eliphas Levi Zahed, ed è egli è generalmente conosciuto
come Eliphas Levi.
Eliphas Levi era un filosofo e un artista, oltre a essere un supremo stilista letterario e un burlone pratico di una varietà chiamata «Pince sans rire»; e, essendo un artista e un profondo simbolista, egli fu immensamente attratto dal Tarocco. Mentre era in Inghiltera, egli propose a Kenneth Mackenzie,
un famoso studioso occulto e un alto grado della Libera Massoneria, di ricostituire e pubblicare un mazzo disegnato scientificamente.
Nei suoi lavori vi sono nuove presentazioni compiute dei trionfi chiamati il Carro e il Diavolo. Egli sembra aver compreso così a fondo che il Tarocco era alla fine una forma pittografica del Cabalistico Albero della Vita, che è la base dell’intera Cabala, che compose il suo lavoro su questa base. Egli desiderava scrivere un completo trattato sulla Magia. Divise il suo soggetto in due parti -
Teoria e Pratica - che chiamò Dogma e Rituale. Ogni parte ha ventidue capitoli, uno per ogni ventidue trionfi; e ogni capitolo tratta il soggetto rappresentato dalla raffigurazione mostrata dal trionfo.
L’importanza dell’accuratezza della corrispondenza apparirà a tempo debito.
Qui arriviamo a una leggera complicazione. I capitoli corrispondono ma essi corrispondono erroneamente; e questo può solamente essere spiegato dal fatto che Levi si sentiva legato al suo originale giuramento di segretezza all’Ordine di Iniziati che gli aveva consegnato i segreti del Tarocco.

2. Il Tarocco e i Manoscritti Cifrati.
Al tempo del Rinascimento Francese del 1850, un simile movimento sorse in Inghilterra. Il suo interesse si centrava sulle religioni antiche, e le loro tradizioni di iniziazione e taumaturgia. Società colte, alcune segrete altre semi segrete, furono fondate o riportate in vita. Tra i membri di un tale gruppo, la Loggia Quatuor Coronati della Libera Massoneria, vi erano tre uomini: uno, il Dr. Wyinn
Westcott, un dottore di Londra; un Dr. Woodford e un Dr. Woodman. Vi è una piccola disputa su quale di questi uomini andò a Farringdon Road, o se fosse Farringdon Road dove essi andarono; ma non vi è alcun dubbio che uno di loro comprò un antico libro, sia che fosse da un oscuro venditore di libri, o da una bancarella, o trovato in una biblioteca. Questo accadde all’incirca nel 1884-1885.
Non vi è alcuna disputa sul fatto che in questo libro vi fossero alcune carte sciolte; che queste carte si rivelarono scritte in cifrario; che questi manoscritti cifrati contenevano il materiale per la fondazione di una società segreta che aveva lo scopo di conferire l’iniziazione attraverso i mezzi del rituale; e che
tra questi manoscritti vi era un’attribuzione dei trionfi del Tarocco alle lettere dell’alfabeto Ebraico.
Quando questa materia viene esaminata, diventa di fatto chiaro che l’attribuzione errata di Levi alle lettere era deliberata; che egli conosceva la giusta attribuzione, e che considerava suo compito nasconderla. (Divenne molto più problematico per lui camuffare i suoi capitoli!)
I manoscritti cifrati si presumeva che datassero dai primi anni del secolo diciannovesimo; e vi è una nota in una pagina che sembra essere nella scrittura di Eliphas Levi. Appare estremamente probabile che egli ebbe accesso a questo manoscritto nella sua visita a Bulwer Lytton in Inghilterra.
In ogni caso, come precedentemente osservato, Levi mostra costantemente che egli conosceva la corretta attribuzione (con l’eccezione, per forza, di Tzaddi - il perché sarà visto in seguito) e cercò di usarla senza rivelare impropriamente qualsiasi segreto che egli aveva giurato di non scoprire.
Nel momento in cui uno possiede la giusta attribuzione di questi trionfi, il Tarocco balza in vita.
Si viene intellettualmente stesi a terra dalla sua legittimità. Tutte le difficoltà create dalle attribuzioni tradizionali come comprese dallo studioso comune, spariscono in un momento. Per questa ragione, ci si inclina ad accreditare la pretesa dei promulgatori del manoscritto cifrato, che essi erano i custodi
della tradizione della Verità.

3. Il Tarocco e L’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata.
A questo punto si dovrebbe divagare dentro la storia dell’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata, la società ricostituita dal Dr. Westcott e i suoi colleghi, in modo da mostrare ulteriore evidenza dell’autenticità della pretesa dei promulgatori del manoscritto cifrato.
Tra queste carte, oltre alla attribuzione del Tarocco, vi erano certi rituali abbozzati, che avevano l’intenzione di contenere i segreti dell’iniziazione; il nome (con un indirizzo in Germania) di una Fraulein Sprengel veniva menzionato come l’autorità che lo aveva emesso. Il Dr. Westcott gli scrisse;
e, con il suo permesso, l’Ordine dell’Alba Dorata fu fondato nel 1886.
(La G.×. D.×. è semplicemente un nome per l’Ordine Esterno o Preliminare della R. R. e A. C. che è a suo modo una manifestazione esteriore della A.×. A.×. che è il vero Ordine dei Maestri3 - Vedi Magick, pp. 229-244.)
Il genio che rese questo possibile fu un uomo chiamato Samuel Liddell Mathers. Dopo un periodo, Frl. Sprengel morì; una lettera scritta a lei, chiedendo una conoscenza più avanzata, provocò una risposta da uno dei suoi colleghi. Questa lettera informò Dr. Westcott della sua morte, aggiungendo che lo scrittore e i suoi associati non avevano mai approvato l’azione di Frl. Sprengel nell’autorizzare
qualsiasi forma di gruppo operante, ma, vista la grande reverenza e stima nella quale lei era tenuta, si erano astenuti dall’opposizione aperta. Egli continuava nel dire che «questa corrispondenza doveva ora cessare», ma che se loro avessero voluto una maggiore conoscenza avanzata l’avrebbero perfettamente ottenuta usando nella giusta maniera la conoscenza che già possedevano. In altre
parole essi dovevano utilizzare i loro poteri magici per compiere il contatto con i Segreti Capi dell’Ordine. (Ciò, incidentalmente, è un modo di procedura piuttosto normale e tradizionale.)
In breve, subito dopo Mathers, che si era destreggiato per arrivare al Comando effetivo dell’Ordine, annunciò che aveva compiuto questo contatto; che i Capi Segreti lo avevano autorizzato a continuare il lavoro dell’ordine, come suo solo capo. Non vi è, dunque, alcuna evidenza che egli fosse qui un testimone di verità, perché nessuna nuova conoscenza di qualsiasi particolare importanza arrivò
all’Ordine; tale come apparì si dimostrò non essere altro che una conoscenza che Mathers avrebbe potuto acquisire con mezzi normali da fonti completamente accessibili, tali come il British Museum.
Queste circostanze, e una grande quantità di trascurabili intrighi, portarono a una seria insoddisfazione tra i membri dell’Ordine. Il giudizio di Frl. Sprengel, che il lavoro di gruppo in un Ordine di questo tipo è possibile, si dimostrò in questo caso errato. Nel 1900, l’Ordine nella sua forma esistente fu distrutto.
Il punto di queste informazioni è di mostrare semplicemente che, a quel tempo, la principale preoccupazione di tutti i membri seri dell’Ordine era di entrare in contatto con gli stessi Capi Segreti.
Nel 1904 il successo fu raggiunto da uno dei più giovani membri, Frater Perdurabo. I pieni dettagli di questo avvenimento sono dati ne L’Equinozio degli Dei4 .
Non è qui proficuo discutere l’evidenza che porta a stabilire la verità di questa pretesa. Ma si deve osservare che essa è evidenza interna. Essa esiste nel manoscritto stesso. Non farebbe alcuna differenza se l’affermazione di qualsiasi delle persone interessate si dimostrasse falsa.

4. La Natura dell’Evidenza.
Queste digressioni storiche sono state essenziali per la comprensione delle condizioni di questa ricerca. É ora conveniente considerare la numerazione peculiare dei Trionfi. Appare naturale a un matematico iniziare le serie di numeri naturali con lo Zero; ma ciò è veramente disturbante per la mente non-matematicamente allenata. Nei saggi tradizionali e libri sul Tarocco, la carta numerata «0» si reputava situarsi tra le carte XX e XXI. Il segreto dell’interpretazione iniziatica, che rende luminoso l’intero significato del Tarocco, è semplicemente di porre questa carta contrassegnata con lo «0» nel suo luogo naturale, dove qualsiasi matematico l’avrebbe situata, davanti al numero Uno.
Ma vi è ancora un’altra peculiarità, una disturbanza della sequenza naturale. Questa è che le carte VIII e XI sono state scambiate, in ordine di preservare l’attribuzione. Perché la carta XI è chiamata «Forza»; su di essa appare un Leone, ed è completamente evidente che si riferisce al segno zodiacale Leone, mentre la carta VIII è chiamata «Giustizia», e rappresenta la figura simbolica convenzionale, posta sul trono, con spada e bilance, riferendosi così ovviamente al segno zodiacale della Libra, la Bilancia.
Frater Perdurabo ha compiuto un profondo studio del Tarocco dal momento della sua iniziazione all’ordine il 18 novembre, 1898; perché, tre mesi più tardi, egli aveva raggiunto il grado di Practicus; come tale, egli ebbe la facoltà di conoscere l’Attribuzione Segreta. Egli la studiava costantemente insieme ai manoscritti di spiegazione che l’accompagnano. Egli controllò tutti questi attributi dei numeri alle forme della natura, e non trovò alcunché di incongruo. Ma quando (8 Aprile 1904 e.v.) egli stava annotando il Libro della Legge dalla dettatura del messaggero dei Capi Segreti, sembra che egli abbia posto una questione mentale, suggerita dalle parole del Capitolo I, verso 57:»la legge della Fortezza, e il grande mistero della Casa di Dio» («La Casa di Dio» è un nome del Trionfo del Tarocco numerato XVI) per questo effetto: «Io possiedo queste attribuzioni giuste?» Una risposta interpolata arrivò, «Tutte queste antiche lettere del mio libro sono giuste; ma 7 non è la Stella. Questo è anche un segreto; il mio profeta lo rivelerà al saggio».
Questo era estremamente noioso. Se Tzaddi non era «la Stella», chi era? E chi era Tzaddi? Egli cercò per anni di scambiare questa carta, «La Stella», che è numerata XVII, con qualche altra. Egli non ebbe successo. Fu molti anni dopo che la soluzione gli arrivò. Tzaddi è «L’Imperatore»; e quindi le posizioni di XVII e IV devono essere scambiate. Questa attribuzione è molto soddisfacente.
Sì, ma essa è qualcosa molto di più che soddisfacente; essa è, per il pensiero chiaro, la più convincente evidenza possibile che il Libro della legge è un genuino messaggio dei Capi Segreti.
Perché «La Stella» è riferita ad Acquario nello Zodiaco, e «L’Imperatore» all’Ariete. Ora Ariete e Acquario sono su ogni lato di Pesci, tali come Leone e Bilancia sono su ogni lato della Vergine; vale a dire, la correzione nel Libro della Legge da una perfetta simmetria nell’attribuzione zodiacale, tale come se un occhiello si formasse ad una estremità dell’ellisse per corrispondere esattamente con l’occhiello esistente all’altra estremità.
Queste materie danno l’impressione di essere abbastanza tecniche; ed infatti lo sono; ma più uno studia il Tarocco, più uno percepisce l’ammmirabile simmetria e la perfezione del simbolismo.
Inoltre, persino a un profano deve essere evidente che l’equilibrio e la convenienza sono essenziali a qualsiasi perfezione, e la elucidazione di questi due grovigli degli ultimi 150 anni è indubbiamente un fenomeno molto sorprendente.

RIASSUNTO DELLE QUESTIONI FINORA DISCUSSE
I. L’origine del Tarocco è del tutto irrilevante, persino se essa fosse certa. Come sistema deve reggersi o cadere sui suoi propri meriti.
2. É al di là di ogni dubbio un deliberato tentativo di rappresentare, in forma pittografica, le dottrine della Cabala.
3. L’evidenza di ciò è maggiore dell’evidenza presentata da una persona che sta compiendo un cruciverba-puzzle. Egli conosce dalle linee Orizzontali che la sua parola è «SCRICCHIOLvuotoO», così che egli è certo, al di là dell’errore, che lo spazio vuoto deve essere una «I».

Esagramma Unicursale
É sempre stato dichiarato impossibile
rappresentare un Esagramma Unicursale;
ma ciò viene ora compiuto. Le linee, comunque,
sono strettamente euclidiane; esse non hanno larghezza.

I giorni della settimana
Leggi intorno all’Esagono, il (magico) ordine
dei Sette Pianeti Sacri. Leggi intorno allo
Esagramma, l’ordine dei giorni della settimana.
(Si crede che questa semplice scoperta fosse
dovuta al tardo G.H. Frater D.D.C.F.)
Diagramma Il doppio Occhiello nello Zodiaco

4. Queste attribuzioni sono in un senso una mappa convenzionale, simbolica; quale potrebbe essere inventata da qualche persona o persone di grande immaginazione artistica ed ingenuità combinate con una quasi impensabile grande erudizione e limpidezza filosofica.
5. Tali persone, anche se noi possiamo pensare che fossero state eminenti, non sono interamente capaci di comporre un sistema così astruso nella sua interezza senza l’assistenza di superiori i cui processi mentali appartenevano, o appartengono a una Dimensione più alta.
Uno potrebbe prendere, a proposito di analogia, il gioco degli schacchi. Lo scacco si è evoluto da origini molto semplici. Esso era una battaglia mimica per guerrieri stanchi; ma le sottigliezze del gioco moderno - che sono diventate ora, grazie a Richard Réti del tutto al di là del calcolo nel mondo della creazione estetica - erano latenti nei disegni originali. Gli autori del gioco stavano «costruendo
al meglio di quello che sapevano». É naturalmente possibile argomentare che queste sottigliezze sono sorte nel corso dello sviluppo del gioco; e infatti è storicamente un fatto accertato che i primi giocatori, i cui giochi sono stati documentati, non avevano alcuna concezione conscia di qualsiasi cosa al di là di una varietà di stratagemmi piuttosto rozzi ed elementari. É di fatto possibile sostenere che il gioco degli scacchi è semplicemente uno tra un numero di giochi che si è sviluppato mentre altri a poco a poco sparirono, a causa di qualche incidente. Uno potrebbe sostenere che il caso è, semplicemente, che gli schacchi moderni erano latenti nel gioco originale.
La teoria dell’ispirazione è realmente molto più semplice, e rende conto dei fatti senza violazione della legge della parsimonia.

II
IL TAROCCO E LA SANTA CABALA
LA PROSSIMA questione è la Santa Cabala. Essa è un soggetto molto semplice, e non presenta alcuna difficolta all’intelligente mente comune. Vi sono dieci numeri nel sistema decimale; e vi è una ragione genuina perché essi devono essere dieci numeri, e solo dieci, in un sistema numerico che non è semplicemente matematico, ma filosofico. É necessario, a questo punto, introdurre gli
«Arrangiamenti Napoletani». Ma prima di tutto, uno deve comprendere la rappresentazione pittorica dell’Universo data dalla Santa Cabala (Vedi diagramma.)
Questa raffigurazinone rappresenta l’Albero della Vita, che è una mappa dell’Universo. Uno deve iniziare, come un matematico farebbe, con l’idea dello Zero, Zero Assoluto, che si volge all’esame di qualsiasi quantità uno può scegliere, ma non, come il profano potrebbe a prima vista presumere,
col Niente, nel senso volgare della parola «assenza di qualsiasi cosa» (Vedi «Berashith», Parigi, 1902).


I° PARTE (causa spazio)
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MessaggioTitolo: Re: Libro di Thoth   Libro di Thoth EmptyVen Feb 10, 2012 12:00 am

«GLI ARRANGIAMENTI NAPOLETANI»
I Cabalisti ampliarono l’idea del Niente, ed arrivarono ad un secondo tipo di Niente, che essi chiamarono «Ain Soph»-»Senza Limite». (Questa idea sembra non dissimile da quella dello Spazio.)
Essi quindi decisero che in ordine di interpretare questa semplice assenza di ogni mezzo di definizione, era necessario postulare l’Ain Soph Aur «Luce Senza Limite». Con ciò sembra che essi volessero intendere molto di quello che gli uomini di scienza della tarda età Vittoriana volevano significare, o pensavano che essi intendevano, con l’Etere Luminoso. (Il Continuum Spazio-Tempo?)
Tutto è evidentemente senza forma e vuoto; queste sono condizioni astratte, non idee positive. Il seguente gradino deve essere l’idea della Posizione. Uno deve formulare questa tesi: Se vi è qualsiasi cosa eccetto il Niente, essa deve esistere dentro questa Luce Illimitata; dentro questo Spazio; dentro questo inconcepibile Nulla, che non può esistere come Nulla, ma deve essere concepita come un
Nulla composto dall’annichilimento dei due opposti immaginari. Cosi appare Il Punto, che «non ha parti né magnitudine, ma solo posizione».
Ma la posizione non significa qualsiasi cosa tutto sommato a meno che vi sia qualcosa d’altro, qualche altra posizione con la quale essa possa essere paragonata. Uno deve descriverla. La sola via per fare ciò è di avere un altro Punto, e questo significa che uno deve inventare il numero Due, rendendo possibile La Linea.
Ma questa Linea non significa realmente molto, perché non vi è ancora alcuna misura di lunghezza.
Il limite della conoscenza, a questo stadio è che vi sono due cose, in modo tale da essere capaci alla fine di trattarle. Ma uno non può dire che esse sono vicine l’un con l’altra, o che esse sono molto lontane fra di loro; uno può solo dire che esse sono distanti. In ordine di operare una minima discriminazione tra di loro, vi deve essere una terza cosa. Noi abbiamo bisogno di un’altro punto.
Uno deve inventare La Superficie; uno deve inventare Il Triangolo. Nel fare ciò, incidentalmente, appare la totalità della Geometria Piana. Uno può dire ora, «A è più vicina a B che A a C».
Ma, fin qui, non vi è sostanza in ognuna di queste idee. Infatti esse non sono minimamente idee, eccetto l’idea della Distanza, e forse l’idea delle serie di Relazioni Tra, e della Misura Angolare; così che la Geometria Piana, che ora esiste nella teoria, è dopo tutto completamente rudimentale e incoerente. Non vi è stato minimamente alcun approccio alla concezione di una cosa che esiste
realmente. Niente di più è stato fatto che dare definizioni, tutto in un mondo puramente ideale e immaginario.
Allora arriva quindi L’Abisso. Uno non può andare oltre nell’ideale. Il seguente gradino deve essere il Reale - o, almeno, un approccio al Reale. Vi sono tre punti, ma non vi è alcuna idea di dove ognuno di loro è posto. Un quarto punto è essenziale, e questo formula l’idea della materia.
Il Punto, la Linea, il Piano. Il quarto punto, a meno che esso dovesse apparire giacente nel piano, da Il Solido. Se uno vuole conoscere la posizione di ogni punto, uno deve definirlo con l’uso di tre assi co-ordinate. Così esso è un numero di piedi dal muro Nord, e così un numero di piedi dal muro Est, e un numero di piedi dal pavimento.
Così è stata sviluppato dal Nulla un Qualcosa che si può dire che esista. Uno è arrivato all’idea della Materia. Ma questa esistenza è eccessivamente tenue, perché la sola proprietà di ogni dato punto è la sua posizione in relazione a certi altri punti; nessun cambiamento è possibile; niente può accadere. Si è quindi costretti, nell’analisi della Realtà conosciuta, a postulare una quinta idea positiva,
che è quella del Moto.
Questo implica l’idea del Tempo, perché solo attraverso il Moto, e nel Tempo, ogni evento può accadere. Senza questo cambiamento e sequenza, niente può essere l’oggetto del senso (Deve essere notato che questo No.5 è il numero della lettera Hé nell’alfabeto Ebraico. Questa è la lettera tradizionalmente consacrata alla Grande Madre. Essa è la vagina nella quale il Grande Padre, che è rappresentato dalla lettera Yod, che è pittoricamente la rappresentazione del Punto definitivo, si
muove e genera l’esistenza attiva).
É ora possibile un’idea concreta del Punto; e alla fine è un punto che può essere auto-conscio, perché egli può avere un Passato, un Presente e un Futuro. É capace di definire sé stesso in termini delle idee precedenti. Qui vi è il numero Sei, il centro del sistema: auto-conscio, capace di esperienza.
A questo stadio è conveniente allontanarsi per un momento dallo stretto simbolismo Cabalistico.
La dottrina dei prossimi tre numeri (per alcune menti almeno) non è espressa molto chiaramente.
Uno deve consultare il sistema Vedanta per una più lucida interpretazione dei numeri 7, 8, e 9, anche se essi corrispondono molto strettamente alle idee Cabalistiche. Nell’analisi Hindu dell’esistenza i Rishis (Saggi) postulano tre qualità: Sat, l’Essenza dell’Essere stesso; Chit, Pensiero o Intelletto; e Ananda (di solito tradotto con Beatitudine), il piacere sperimentato dall’Essere nel corso degli eventi.
Questa estasi è evidentemente la causa eccitante della mobilità della pura esistenza. Essa spiega l’assunzione di imperfezione nella parte della Perfezione. L’Assoluto sarebbe Niente, rimarrebbe nella condizione del Nulla; quindi in ordine di essere conscio delle sue possibilità e di usufruire di loro, esso deve esplorare queste possibilità. Uno può qui inserire una dichiarazione parallela di questa dottrina dal documento chiamato Il Libro del Grande Auk che permette allo studente di considerare la posizione da un punto di vista di due menti differenti.
«Tutti gli elementi devono essere stati un tempo separati. - Quello sarebbe il caso del grande caldo. - Ora, quando gli atomi vanno al Sole, noi abbiamo quell’immenso, estremo caldo, e tutti gli elementi sono essi stessi di nuovo. Immagina che ogni atomo di ogni elemento possieda la memoria di tutte le sue avventure in combinazione. Lungo il cammino quell’atomo, fortificato dalla memoria, non sarebbe lo stesso atomo; ma esso lo è, perché egli non ha guadagnato alcuna cosa da qualsiasi parte eccetto che questa memoria. Quindi, attraverso il trascorrere del tempo e la virtù della memoria, una cosa potrebbe divenire qualcosa di più che sé stessa; così un reale sviluppo è possibile. Uno può
vedere quindi una ragione per ogni elemento che decida di passare attraverso queste serie di incarnazioni, a causa di ciò, e solo per questo, egli può andare; ed egli soffre la dimenticanza della memoria che egli ha durante questa incarnazioni, perché egli sa che egli le attraverserà immutato.
«Quindi te puoi avere un infinito numero di dei, individuali e eguali sebbene diversi, ognuno supremo e totalmente indistruttibile. Questa è anche la sola spiegazione di come un Essere potrebbe
creare un mondo nel quale la Guerra, il Male, ect. esista. Il Male è solo un’apparenza perché (come «Il Bene) non può influenzare la sostanza stessa, ma solo moltiplicare le sue combinazioni. Questo è qualcosa di medesimo al Monoteismo Mistico; ma la obiezione a quella teoria è che Dio deve
creare le cose che sono tutte parti di Lui stesso, così che la loro azione reciproca è falsa. Se noi presupponiamo molti elementi, la loro azione reciproca è naturale».
Queste idee dell’Essere, Pensiero, e Beatitudine costituiscono le qualità minime possibili che un Punto deve possedere per poter avere una reale sensibile esperienza di sé. Queste corrispondono ai numeri 9, 8, e 7. La prima idea della realtà, come conosciuta dalla mente, è quindi di concepire il Punto come creato da questi precedenti nove successivi sviluppi dallo Zero. Qui quindi alla fine vi è
il numero Dieci.
In altre parole, per descrivere la Realtà nella forma della Conoscenza, uno deve postulare queste
dieci successive idee. Nella Cabala, esse sono chiamate «Sephiroth», che significa «Numeri». Come vedremo più tardi, ogni numero ha un significato di suo; ognuno corrisponde con tutti i fenomeni in tale maniera che il loro arrangiamento nell’Albero della Vita come mostrato nei diagrammi (pp.
266, 268, 270), è una mappa dello Universo. Questi dieci numeri sono rappresentati nel Tarocco dalle quaranta piccole carte.

IL TAROCCO E LA FORMULA DEL TETRAGRAMMATON
Cosa sono quindi le Carte di Corte? Questa questione implica un altro aspetto del sistema dello sviluppo. Quale fu il primo processo mentale? Obbligato a descrivere Niente, la sola maniera di fare ciò senza distruggere la sua integrità era di rappresentarlo come l’unione di un Più Qualcosa con un equivalente Meno Qualcosa. Uno può chiamare queste due idee, l’Attivo e il Passivo, il Padre e la
Madre. Ma sebbene il Padre e la Madre possano avere una unione perfetta, quindi ritornando allo Zero, che è una retrogressione, essi possono anche procedere in avanti nella Materia, così che la loro unione produce un Figlio e una Figlia. L’idea nasce in pratica come un metodo di descrivere come l’unione di qualsiasi due cose produce una terza cosa che non è loro.
La più semplice illustrazione è nella Chimica. Se noi prendiamo il gas idrogeno e il gas cloro, e passiamo una scintilla elettrica tra di loro, ha luogo un’esplosione, e viene prodotto acido cloridico.
Qui noi abbiamo una sostanza positiva, che può essere chiamata il Figlio del matrimonio di questi elementi, ed è un avanzamento nella Materia. Ma anche, nell’estasi dell’unione, la Luce e il Caldo
sono liberati; questi fenomeni non sono materiali nello stesso senso come l’acido cloridico è materiale;
questo prodotto dell’unione è quindi di una natura spirituale, e corrisponde alla Figlia.
Nel linguaggio degli Alchimisti, questi fenomeni erano classificati per convenienza sotto la figura dei «quattro elementi». Fuoco, il più puro e più attivo, corrisponde al Padre; Acqua, ancora pura ma passiva, è la Madre; la loro unione risulta in un elemento partecipe di entrambi le nature, ma distinto da tutti e due, e questo può essere chiamato «Aria».
Uno deve costantemente ricordarsi che i termini usati dai filosofi antichi e medioevali non significano minimamente quello che essi significano oggigiorno. «Acqua» non significa per loro il composto chimico H5O; è una idea intensamente astratta, ed esiste in ogni luogo. La duttilità del ferro è una qualità acquatica5 . La parola «elemento» non significa un elemento chimico; esso significa
un gruppo di idee; egli riassume certe qualità o proprietà.
Sembra a malapena possibile definire questi termini in modo tale da rendere il loro significato chiaro allo studente. Egli deve scoprire da sé con la costante pratica cosa essi significano per lui. Non ne segue che egli arriverà alle stesse idee. Questo non significherà che una mente è giusta e l’altra
erronea, perché ognuno di noi ha il suo proprio universo tutto per sé, e non è lo stesso dell’universo di qualsiasi altro. La luna che A. vede non è la luna che B., che sta a fianco di lui, vede. In questo caso, la differenza è così infinitesimale che non esiste in pratica; ma vi è differenza. Ma se A. e B
guardano un quadro in una galleria, non è certo lo stesso quadro per entrambi, perché la mente di A.
è stata allenata a osservarlo con l’esperienza di altre migliaia di quadri; B. ha probabilmente visto un gruppo interamente differente di quadri. La loro esperienza coinciderà solo nella materia di pochi quadri conosciuti bene. Oltre a ciò, le loro menti sono essenzialmente differenti in molte altre maniere.
Così, se ad A. non piace Van Gogh, B. lo compatisce; se C. ammira Bougerau, D. alza le sue spalle.
Non vi è alcun giusto o sbagliato in qualsiasi materia qualunque essa sia. Questo è vero, persino nelle materie della scienza più esatta. La descrizione scientifica di un oggetto è universalmente vera; e malgrado ciò non è completamente vera per qualsiasi singolo osservatore.
Il fenomeno chiamato la Figlia è ambiguo. É stato spiegato sopra come l’ingrediente spirituale nel risultato del matrimonio del Padre e della Madre; ma questa è solo una interpretazione.

IL TAROCCO E GLI ELEMENTI
Gli Antichi concepivano il Fuoco, l’Acqua e l’Aria come elementi puri. Essi erano connessi con le tre qualità dell’Essere, Conoscenza e Beatitudine, previamente menzionate. Queste inoltre corrispondono a quelle che gli Hindu chiamano le Tre Gunas - Sattvas, Rajas e Tamas che possono essere tradotte grossolanamente come «Calma», «Attività», e «Oscurità indolente». Gli alchimisti avevano tre principi simili di energia, dai quali tutti i fenomeni erano composti: Zolfo, Mercurio e Sale. Questo Zolfo è l’Attività, Energia, Desiderio; Mercurio è Fluidità, Intelligenza, il potere della Trasmissione; il Sale è il veicolo di queste due forme di energia, ma esso stesso possiede qualità che reagiscono con esse.
Lo studente deve tenere in mente tutte queste classificazioni tripartite. In alcuni casi, un gruppo sarà più utile che altri. Per il momento, concentrati sulle serie del Fuoco, Acqua e Aria. Questi elementi sono rappresentati nell’alfabeto Ebraico dalle lettere Shin, Mem e Aleph. I Cabalisti le chiamavano le Tre Lettere Madri. In questo particolare gruppo, i tre elementi interessati sono forme completamente spirituali di pura energia; esse possono solo manifestarsi nell’esperienza sensibile
colpendo i sensi, cristallizandosi in un quarto elemento che essi chiamano «Terra», rappresentato dall’ultima lettera dell’alfabeto, Tau. Questa, quindi è un’altra interpretazione completamente differente dell’idea della Figlia, che è qui considerata come un pendaglio al Triangolo. Esso è il numero Dieci sospeso dal 7, 8, e 9 nel diagramma.
Queste due interpretazioni devono essere tenute in mente simultaneamente. I Cabalisti escogitarono il Tarocco, quindi procedettero a compiere raffigurazioni di queste idee estremamente astratte del Padre, Madre, Figlio e Figlia, e le chiamarono Re, Regina, Principe e Principessa. Può generare confusione, ma essi erano chiamati anche Cavaliere, Regina, Re e Principessa. Alcune volte, ancora, il Principe e la Principessa erano chiamati «Imperatore» e «Imperatrice».
La ragione di questa confusione è legata alla dottrina del Folle del Tarocco, il leggendario Vagabondo, che vinse la figlia del Re, una leggenda che è connessa con il vecchio e estremamente saggio piano di scegliere il successore di un re dalle sue abilità di vincere la mano della Principessa di fronte a tutti i rivali (Il Ramo d’Oro di Frazer è l’autorità su questo soggetto.)
Si è pensato che fosse migliore per il presente mazzo adottare i termini «Cavaliere», «Regina», «Principe» e «Principessa», per rappresentare le serie Padre, Madre, Figlio, Figlia, perché la dottrina implicata, che è straordinariamente complessa e difficile, lo domanda. Il Padre è il «Cavaliere» perché egli è rappresentato mentre cavalca su un cavallo. Potrebbe essere più chiaro descrivere i due maggiori sistemi, l’Ebraico e il Pagano, come se essi fossero (e siano sempre stati) concreti e separati.
Il sistema Ebraico è diritto e irreversibile; postula il Padre e la Madre dalla cui unione nasce il Figlio e la Figlia. Quindi una fine. É solo una speculazione filosofica più tarda derivare la Diade Padre-Madre dall’Unità manifesta, e più tarda ancora cercare la fonte di quella Unità nel Niente.
Questa è uno schema limitato e concreto, grossolano, con il suo Inizio senza causa e la sua sterile Fine.
Il sistema Pagano è circolare, auto-generativo, auto-nutrito, auto-rinnovantesi. É una ruota sul cui bordo vi sono il Padre-Madre-Figlio-Figlia; essi si muovono intorno all’asse senza moto dello Zero; essi si uniscono secondo volontà; essi si trasformano l’uno nell’altro; essi non sono né Inizio né Fine dell’Orbita; nulla è più alto o più basso che un altro. L’equazione «Niente=Molto=Due=Uno=Tutto=Niente» è implicita in ogni modo di essere del Sistema.
Difficile come è, almeno un risultato molto desiderabile è stato raggiunto: per spiegare perché il Tarocco ha quattro carte di Corte, e non tre. Essa spiega inoltre perché vi sono quattro semi. I quattro semi sono nominati come segue, «Bastoni», attribuito al Fuoco; «Coppe» all’Acqua; «Spade»
all’Aria; e «Dischi» («Denari» o «Pentacoli») alla Terra. Lo studente noterà questa azione reciproca e scambio del numero 4. É inoltre importante per lui notare che persino nell’arrangiamento decuplo, il 4 fa la sua parte. L’Albero della Vita può essere diviso in quattro piani: il numero 1 corrisponde al Fuoco; i numeri 2 e 3 all’Acqua; i numeri dal 4 al 9 all’Aria; e il numero 10 alla Terra. Questa
divisione corrisponde all’analisi dell’Uomo. Il numero 1 è la sua essenza spirituale, senza qualità o quantità; il numero 2 e 3 rappresentano i suoi poteri creativi e trasmissivi, la sua virilità e la sua intelligenza; i numeri dal 4 al 9 descrivono le sue qualità mentali e morali come concentrate nella sua personalità umana; il numero 6, così per dire, è una elaborazione concreta del numero 1; e il numero
10 corrisponde alla Terra, che è il veicolo fisico dei precedenti nove numeri. Il nome di questi parti
dell’anima sono : 1, Jechidah; 2 e 3, Chiah e Neschamah; dal 4 al 9, Ruach; e alla fine 10, Nephesch.
Questi quattro piani corrispondono una volta di più ai così chiamati «Quattro Mondi», per comprendere la natura dei quali uno si deve riferire, con tutte le riserve dovute, al sistema Platonico.
Il numero 1 è Atziluth, il Mondo Archetipo; ma il numero 2, essendo l’aspetto dinamico del numero 1, è l’attribuzione Pratica. Il numero 3 è Briah, il Mondo Creativo nel quale la Volontà del Padre prende forma attraverso la Concezione della Madre, così come lo sperma-tozoo, fertilizzando l’uovo, rende possibile la produzione di una immagine dei suoi genitori. I numeri dal 4 al 9 includono
Yetzirah, il Mondo Formativo, nel quale viene prodotta una immagine intellettuale, un’apprezzabile forma dell’idea; e questa immagine mentale diviene reale e sensibile nel numero 10, Assiah, il Mondo Materiale.
É esaminando tutte queste confuse (e alcune volte in apparenza contraddittorie) attribuzioni, con instancabile pazienza e persistente energia, che uno arriva alla fine a una lucida comprensione, a
una comprensione che è infinitamente più chiara di qualsiasi interpretazione intellettuale possibile.
Questo è un esercizio fondamentale nella via dell’iniziazione. Se uno fosse un razionalista poco profondo, sarebbe molto facile pescare i punti deboli in tutte queste attribuzioni e ipotesi semifilosofiche, o ipotesi-prossime; ma è anche molto semplice provare con le matematiche che è impossibile colpire una palla da golf.
Finora il principale tema di questo saggio è stato l’Albero della Vita nella sua essenza, la Sephiroth.
É ora opportuno considerare le relazioni delle Sephiroth l’una con ogni altra. (Vedi diagramma, p. 268.) Si noterà che le ventidue linee sono impiegate per completare la struttura dell’Albero della Vita. Sarà spiegato a tempo debito com’è che queste corrispondono alle lettere dell’alfabeto Ebraico.
Verrà rimarcato che in alcuni aspetti la maniera con la quale queste sono collegate appare arbitraria.
Considerevolmente vi è un triangolo equilatero, che uno potrebbe pensare sia una base naturale per le operazioni di Filosofia, consistente dei numeri 1, 4 e 5. Ma non vi sono linee che uniscono 1 e 4, o 1 e 5. Questo non è un incidente. In nessun luogo nella figura vi è un triangolo equilatero eretto, anche se vi sono tre triangoli equilateri con l’apice all’ingiù. Questo a causa della formula originale
«Padre, Madre, Figlio», che è ripetuta tre volte in una scala discendente di semplicità e spiritualità. Il numero 1 è sopra questi triangoli, perché è un’integrazione dello Zero, e dipende dal triplice velo del Negativo.
Ora le Sephiroth, che sono emanazioni del numero 1, come già mostrato, sono cose-in-sé, quasi nel senso Kantiano. Le linee che le uniscono sono Forze della Natura, di un tipo molto meno completo; esse sono meno astruse, meno astratte.

LE VENTIDUE CHIAVI, ATU, O TRIONFI DEL TAROCCO
Ora qui vi è un eccellente esempio della dottrina dell’Equilibrio che pervade tutto. L’equazione sempre illustra, ax5+bx+x=0. Se non dà uguale 0, non è una equazione. E così, ogniqualvolta qualsiasi simbolo perde importanza in un posto nella Cabala, lo guadagna in un’altro. Le carte di Corte e le piccole carte formano la struttura schematizzata del Tarocco nella sua principale funzione come
mappa dell’Universo. Ma, per lo speciale significato del mazzo come una Chiave alle formule magiche, i ventidue trionfi acquistano una peculiare importanza.
A quale simbolo esse sono attribuite? Esse non possono essere relazionate identicamente con qualsiasi delle idee essenziali, perché quel posto è preso dalle carte dall’1 al 10. Esse non possono rappresentare primariamente il complesso Padre, Madre, Figlio, Figlia, nella sua completezza, perché
le carte di Corte hanno già preso quella posizione. Esse sono attribuite come segue: le tre lettere Madri, Shin, Mem e Aleph rappresentano i tre elementi attivi; le sette così chiamate doppie lettere, Beth, Gimel, Daleth, Kaph, Pé, Resh e Tau rappresentano i sette sacri pianeti. Le rimanenti dodici lettere, Hé, Vau, Zain, Cheth, Teth, Yod, Lamed, Nun, Samekh, A’ain, Tzaddi, e Qoph rappresentano
i Segni dello Zodiaco.
Vi è una leggera coagulazione e sovrapposizione in questo arrangiamento. La lettera Shin deve servire sia per il Fuoco che per lo Spirito, in una maniera molto simile a come il numero 2 partecipa della natura dell’elemento 1; e la lettera Tau rappresenta sia Saturno che l’elemento della Terra. In queste difficoltà vi è una dottrina.
Ma uno non può congedare queste ventidue lettere così casualmente. La pietra che i costruttori rigettano diviene la testa dell’angolo. Queste ventidue carte acquistano una personalità per sé; una personalità molto curiosa. Sarebbe estremamente errato dire che esse rappresentano un universo completo. Esse sembrano rappresentare piuttosto certe curiose fasi dell’universo. Non sembrano
fattori essenziali nella struttura dell’universo. Esse cambiano di tempo in tempo nella loro relazione con gli eventi correnti. Un’occhiata alla lista dei loro titoli sembra mostrare non più lo spirito strettamente scientifico e filosofico di una classificazione austera che si trova in altre carte. Qui balza fuori di fronte a noi il linguaggio dell’Artista. Questi nomi, sono, il Folle, il Giocoliere, l’Alta Sacerdotessa, l’Imperatrice, l’Imperatore, lo Ierofante, gli Amanti, il Carro, la Lussuria, la Ruota
della Fortnua, Aggiustamento, l’Uomo Impiccato, la Morte, Arte, il Diavolo, la Casa di Dio, la Stella, la Luna, il Sole, l’Eone, l’Universo. Ovviamente queste non sono rappresentazioni ovvie, chiare rappresentazioni simboliche dei segni, degli elementi e dei pianeti interessati. Essi sono piuttosto geroglifici di misteri peculiari connessi con ognuno di loro. Si può iniziare a sospettare che il Tarocco
non sia una rappresentazione solamente chiara dell’Universo alla maniera impersonale degli Yi King.
Il Tarocco sta iniziando a mostrarsi come Propaganda. É come se i Segreti Capi del Grande Ordine, che è il custode dei destini della razza umana, avessero desiderato proporre certi particolari aspetti dell’Universo; per stabilire certe speciali dottrine; per dichiarare certi modi di operare, propri alle situazioni politiche esistenti. Essi differiscono; nel modo in cui una composizione letteraria differisce da un dizionario.
É stato infelice, ma purtroppo inevitabile, essere stati obbligati a trattare così tanto questo argomento, e che questo argomento abbia implicato così tante digressioni come un preliminare per una descrizione chiara del mazzo. Può essere più semplice procedere a riassumere le dichiarazioni precedenti.
Qui vi è un semplice affermazione sul piano dell’Albero della Vita. I numeri, o le Cose-in-Sé, sono dieci, successive emanazioni dal triplice velo del Negativo. Le piccole carte numerate da 1 a 10 corrispondono alle Sephiroth. Queste carte sono mostrate in quadruplice forma, perché esse non sono i puri numeri astratti, ma simboli particolari di quei numeri nello universo della manifestazione,
che è, per convenienza, classificato sotto la figura dei quattro elementi.
Le carte di Corte rappresentano gli elementi stessi, ogni elemento diviso in quattro sotto-elementi.
Per convenienza, segue qui una lista di queste carte:
Cavaliere di Bastoni Fuoco di Fuoco
Regina di Bastoni Acqua di Fuoco
Principe di Bastoni Aria di Fuoco
Principessa di Bastoni Terra di Fuoco
Cavaliere di Coppe Fuoco di Acqua
Regina di Coppe Acqua di Acqua
Principe di Coppe Aria di Acqua
Principessa di Coppe Terra di Acqua
Cavaliere di Spade Fuoco di Aria
Regina di Spade Acqua di Aria
Principe di Spade Aria di Aria
Principessa di Spade Terra di Aria
Cavaliere di Dischi Fuoco di Terra
Regina di Dischi Acqua di Terra
Principe di Dischi Aria di Terra
Principessa di Dischi Terra di Terra

I trionfi del Tarocco sono ventidue in numero; essi rappresentano gli elementi tra le Sephiroth o Cose-in-Sé, così che la loro posizione sull’Albero della Vita è significante. Qui vi sono uno o due esempi. La carta chiamata «Gli Amanti», il cui titolo segreto è «Il Bambino della Voce, l’Oracolo dei Grandi Dei» dirige dal numero 3 al numero 6. Il numero 6 è la personalità umana di un uomo; il
numero 3 è la sua intuizione spirituale. Quindi, è naturale e significante che l’influenza del 3 sul 6 è quella di una voce intuitiva o ispirativa. Essa è l’illuminazione della mente e del cuore proveniente dalla Grande Madre.
Considera di nuovo la carta unendo il numero 1 al numero 6. Questa carta è chiamata «L’Alta Sacerdotessa», ed è attribuita alla Luna. La carta rappresenta l’Iside Celeste. É un simbolo di completa e intima forma, discendendo sopra la coscienza umana dall’ultima coscienza divina. Vista dal di sotto, essa è la pura e irremovibile aspirazione dell’uomo verso la Divinità, la sua fonte. Sarà opportuno
entrare più in dettaglio in queste materie quando sarà il tempo di trattare separatamente le carte.
Da quanto detto precedentemente apparirà chiaro che il Tarocco illustra, prima di tutto, l’Albero della Vita nel suo aspetto universale, e secondariamente il particolare commento che illustra quella fase dell’Albero della Vita che è di interesse peculiare a quelle persone incaricate della custodia della razza umana, nel particolare momento della produzione di qualsiasi dato mazzo organizzato. É quindi opportuno secondo questi custodi modificare l’aspetto del mazzo quando sembra giusto farlo. Il mazzo tradizionale è stato egli stesso soggetto a numerose modificazioni, adottate per convenienza.
Per esempio: l’Imperatore e l’Imperatrice, nei mazzi medioevali, erano riferiti del tutto definitivamente al Sacro Romano Imperatore e alla sua Consorte. La carta originalmente chiamata «Lo Ierofante»,
che rappresenta Osiride (come è mostrato dalla forma della tiara) divenne, nel periodo Rinascimentale, il Papa. L’Alta Sacerdotessa arrivò ad essere chiamata «Papessa Giovanna», rappresentando una certa leggenda simbolica che circolava tra gli iniziati, e che divenne volgarizzata nella favola della Papessa Femmina. Più importante ancora, «L’Angelo», o «Il Giudizio Universale», rappresentato
dalla distruzione del mondo dal fuoco. Il suo geroglifico è, in qualche modo, profetico, perché quando il mondo fu distrutto dal fuoco il 21 Marzo 19046 , l’attenzione fu inevitabilmente richiamata alla similarità di questa carta alla Stele della Rivelazione. Essendo questo l’inizio del Nuovo Eone, è sembrato più adatto per mostrare l’inizio dell’Eone; perché tutto quello che si conosce sul prossimo
Eone, datato nel tempo tra 2000 anni, è che il suo simbolo è il doppio-bastone7 . Ma il nuovo Eone ha prodotto tali fantastici cambiamenti nell’ordine stabilito delle cose che sarebbe evidentemente assurdo tentare di continuare le tradizioni consunte, «i rituali dei vecchi tempi sono neri». É stato così di conseguenza sforzo del presente Scriba preservare questi lineamenti essenziali del Tarocco
che sono indipendenti dai periodici cambiamenti dell’Eone, allo stesso tempo aggiornando quei tratti dogmatici e artistici del Tarocco che sono divenuti non intelligibili. L’arte del progresso è di tenere intatto l’Eterno; dunque di adottare una posizione di avanguardia, forse in qualche caso quasi rivoluzionaria, rispetto a tali accidenti come sono soggetti all’impero del Tempo.

II° PARTE


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MessaggioTitolo: Re: Libro di Thoth   Libro di Thoth EmptyVen Feb 10, 2012 12:01 am

III
IL TAROCCO E L’UNIVERSO
IL TAROCCO è una rappresentazione Pittorica delle Forze della Natura come concepite dagli Antichi in accordo a un simbolismo convenzionale.
Il Sole è una stella. Intorno a lei ruotano un numero di corpi chiamati Pianeti, incluso la Luna, un satellite della Terra.
Questi corpi ruotano solo in una direzione. Il sistema solare non è una sfera, ma una ruota. I pianeti non rimangono nell’esatto allineamento, ma ruotano fino a un certo punto (comparativamente piccolo) da un lato dell’autentico piano all’altro. Le loro orbite sono ellittiche.
Gli Antichi immaginarono questa ruota molto più chiaramente che le menti moderne siano abituate a fare. Essi davano una particolare attenzione al bordo immaginario. Dentro i limiti di questo bordo essi concepirono che le Stelle Fisse al di là erano in un modo speciale relazionate con l’apparente moto del Sole. Questo bordo o cintura della ruota lo chiamarono lo Zodiaco. Le costellazioni al di là di questa cintura non gli sembravano di così grande importanza per l’umanità,
perché esse non erano nella linea diretta della grande forza ruotante della ruota
(T.A.R.O.=R.O.T.A.=ruota.)

TEORIE DEGLI ANTICHI
I. Nei tempi antichi, si supponeva che la Terra fosse il centro dell’Universo. I cieli sopra la Terra - essi non si resero conto che potevano essere ugualmente sotto di essa - erano ritenuti di Natura Divina. E poiché riconobbero imperfezioni e irregolarità negli avvenimenti mondani, pensarono che i movimenti dei Corpi Celesti, che osservavano essere regolari, dovevano essere perfetti.
Essi quindi dettero inizio a un qualche pensiero à priori. I loro matematici avevano l’idea che un Cerchio fosse una figura perfetta; quindi (essi dicevano con un ragionamento dalle caratteristiche teologiche) tutti i corpi celesti dovevano muoversi in cerchio8 . Queste supposizioni religiose causarono grandi problemi agli astronomi. Nel momento in cui le loro misurazioni divennero più estese ed
accurate, trovarono sempre più difficile riconciliare l’osservazione con la teoria, almeno facendo in modo da non porsi essi stessi di fronte a un grande inconveniente nei loro calcoli. Così essi inventarono i «cicli» e «epicicli» per spiegare i movimenti osservati.
Alla fine Copernico fu spinto da questa seccatura a proporre che sarebbe stato realemente molto
più conveniente (se solo l’idea non fosse stata così perversa) di immaginare che il Sole, e non la Terra, era il centro del Sistema.
Nelle matematiche non vi sono fatti fissi. Bertrand Russel dice che in questo soggetto «nessuno sa di cosa sta parlando, e non interessa a nessuno se è nel giusto o nello sbagliato.»
Per esempio; Inizia con l’assunzione che la Luna è il centro immobile dell’Universo. Nessuno può contraddirlo: uno semplicemente commuta i calcoli alla convenienza. L’obiezione pratica a ciò è che non dovrebbe facilitare il lavoro dei naviganti.
É importante avere questa idea nella mente, perché altrimenti uno fallisce nell’afferrare l’intero spirito della moderna Scienza-Filosofia. Essa non mira alla Verità; essa non concepisce la Verità (in qualsiasi ordinario senso della parola) come possibile; essa punta alla massima convenienza.
2. Per ritornare alla figura del Sistema Solare. Il Sole è il perno della Ruota; il Pianeta più estremo è nel suo bordo; e oltre ma lateralmente dentro quel bordo, vi sono le Dodici Costellazioni dello Zodiaco.
Perché Dodici?
La prima divisione grossolana del cerchio è in quattro, secondo le stagioni osservate. Questa scelta può essere inoltre influenzata dalla divisione degli Elementi in Quattro - Fuoco, Aria, Acqua, Terra (questo non significa l’oggetto ora compreso da queste parole, come spiegato precedentemente.)
Forse perché essi pensarono che fosse necessario introdurre un numero così sacro come il Tre
in ogni cosa celeste, o piuttosto perché le costellazioni osservate mostravano di essere divise naturalmente in dodici gruppi, essi divisero lo Zodiaco in dodici segni, tre per ogni Stagione.
Si osservò che l’Influenza del Sole sulla Terra cambia nel momento in cui Egli passava attraverso i Segni. Così essi fecero cose del tutto semplici come misurare il tempo tra il Sorgere del Sole e il Suo Tramonto.
Quando uno dice che il Sole entra nel segno dell’Ariete, significa che se una linea retta fosse
disegnata dalla Terra al Sole e prolungata alle Stelle, quella linea dovrebbe passare attraverso l’inizio
di quella Costellazione. Supponiamo, per esempio, che uno osserva la Luna Piena nel primo giorno di Primavera, uno sarà capace di vedere, dietro di lei, le stelle dell’inizio della Bilancia, il segno opposto a Ariete.
Si osservò che la Luna compiva approssimatamente ventotto giorni per passare da Piena a Piena;
e a ogni giorno gli fu assegnato cosa fu chiamata una Casa. La sua misteriosa influenza si supponeva che cambiasse ad ogni Casa. Questa teoria non entra direttamente nel Tarocco, ma deve essere menzionata per aiutare a chiarire una certa confusione che è prossima a complicare la questione.
3. I primi astronomi calcolarono che il Sole compiva 360 giorni per girare intorno allo Zodiaco.
Questo era un segreto custodito gelosamente dal saggio; così essi lo nascosero nel nome divino
Mithras, che sommato, secondo la Convenzione Greca (M 40 - I 10 - Th. 9 - R 100 - A 1 - S 200) dà 360. Una migliore osservazione dimostrò che 365 giorni era una misurazione più accurata; così essi decisero di chiamarlo «Abraxas» (A 1 - B 2 - R 100 - A 1 - X 60 - A 1 - S 200). Quando gli altri lo scoprirono essi si misero nel giusto alterando la compitazione di Mithras in Meithras che sommato
(come Abraxas) da 365. In questo vi era ancora un errore di non più di sei ore; così che nel corso dei secoli, il Calendario cominciò a degenerare. Esso non assunse la sua forma presente fino al tempo di Papa Gregorio.
Il Punto di tutto questo, che essi divisero il Cerchio dello Zodiaco in 360 gradi, è che esso è una base conveniente per il calcolo.
Ogni misura angolare di 10 gradi fu chiamata un Decanato. Di questi ve ne sono trentasei, dividendo ogni Segno dello Zodiaco in tre sezioni. Si supponeva che l’influenza del Segno era molto veloce e violenta nel primo Decanato, potente e bilanciata nel secondo, e spiritualizzta e caduca nel terzo.
Una piccola digressione. Una delle più importanti dottrine degli Antichi, era quella del Macrocosmo e del Microcosmo. L’Uomo è esso stesso un piccolo Universo, egli è una copia minuta del grande Universo. Questo argomento, fu naturalmente, utilizzato a ritroso; così le caratteristiche date sopra delle qualità dei Tre Decani nel segno furono probabilmente dovute a un’analogia con il
corso della vita di un uomo.
4. Le osservazioni precedenti costituiscono una chiara idea completa dell’arbitraria, o per lo più arbitraria, presentazione del Cosmo degli Antichi. Prima di tutto, la divisione nei Quattro Elementi.
Questi elementi pervadono ogni cosa. Essi avrebbero sostenuto qualcosa di questo genere per quanto riguarda il Sole. Avrebbero detto che egli era principalmente Fuoco, per ovvie ragioni; ma egli avrebbe avuto in sé le qualità Aeree della Mobilità. La parte Acquatica sarebbe stata mostrata dal suo potere
di creare Immagini; e la parte Terrestre, dalla sua immensa Stabilità.
Similarmente, di un Serpente, essi avrebbero chiamato il suo potere di Morte igneo; la sua Velocità, aerea; il suo moto ondulatorio, Acqueo; e il suo costume di vita, Terrestre.
Queste descrizioni sono ovviamente del tutto inadeguate; esse devono essere riempite dalle qualità planetarie e le qualità zodiacali attribuite a tutti gli oggetti. Così, il Toro nello Zodiaco è un segno Terrestre, e questo è un segno centrale dei tre segni attraverso il quale il Sole passa durante la Primavera. Ma la natura bovina è anche gentile; quindi essi dissero che Venere reggeva il Segno del
Toro. La Vacca, inoltre, è il principale animale che dà il latte, così essi la resero la Grande Dea Madre, identificandola con la Luna, la Madre del Cielo come il Sole è il Padre. Essi rappresentarono questa idea dicendo che la Luna è «esaltata» in Toro - cioé che essa esercita l’aspetto più benefico della sua influenza quando viene esaltata in quel segno.
5. É a prima vista imbarazzante, ma molto istruttivo e illuminante quando il principio è perfetamente assimilato, di notare come tutti questi Elementi si suddividono e si fondono. Si può solo raggiungere la comprensione di ognuno di questi Simboli costruendo una raffigurazione composita di esso, composta di tutti gli altri in proporzione variante. Così ognuno dei pianeti dà una certa porzione della sua influenza ad ogni oggetto. Questo costume di pensiero porta a una comprensione dell’Unità della Natura (con la sua appropriata e spirituale esaltazione) che potrebbe essere a malapena raggiunta in ogni altro modo; essa produce una armonia interna che termina in una accettazione della Vita e della Natura.
É quasi tempo ora di analizzare e definire le caratteristiche tradizionali di questi simboli; ma forse sarebbe meglio, prima di tutto, costruire un sicuro fondamento considerando il numero Due, che prima non è stato preso in considerazione.
Vi sono solo due operazioni possibili nell’Universo, Analisi e Sintesi. Dividere e unire. Solve et coagula: dissero gli Alchimisti.
Se ogni cosa deve essere cambiata, uno o deve dividere un oggetto in due parti, o aggiungere un’altra unità a esso. Questo principio giace alla base di tutto il pensiero e il lavoro scientifico.
Il primo pensiero dell’uomo di scienza è Classificazione, Misurazione. Egli dice «Questa foglia di quercia è come quella foglia di quercia; questa foglia di quercia non è come questa foglia di faggio». Fino a che non si comprende questo fatto, uno non ha incominciato a comprendere il Metodo Scientifico.
Gli Antichi erano pienamente al corrente di questa idea. I Cinesi, in particolare, basarano l’intera loro filosofia sulla divisione primaria dell’originale Niente. Uno deve iniziare con Niente; sennò sorgerebbe la questione, Da dove arriva questo postulato Qualcosa? Così essi scrissero l’equazione - Zero uguale più uno più meno uno 0=(+I) + (-I).
Essi chiamarono lo Yang «Più Uno», o Principio Machile; «Meno Uno», lo Yin o Principio Femminile. Quindi li combinarono in varia proporzione, dando l’idea del Cielo e della Terra in perfetto equilibrio, il Sole e la Luna in equilibrio imperfetto; e i Quattro elementi in forma squilibrata.
(Vedi diagramma: Il Cosmo Cinese.)
6. Lo schema antico degli Elementi, Pianeti e Segni Zodiacali, fu riassunto dai Cabalisti nel loro Albero della Vita.
Questa identità tra i due sistemi fu mascherata, fino a tempi estremamente recenti9 , dal fatto che i Cinesi continuarono con il loro sistema di duplicazione, e così svilupparono i loro otti trigrammi in sessantaquattro esagrammi, mentre gli studiosi dell’Asia Occidentale unirono insieme i loro dieci numeri sull’Albero della Vita con ventidue Sentieri.
I Cinesi hanno così sessantaquattro simboli principali di contro ai trentadue dell’Albero; ma i Cabalisti hanno una concatenazione di simboli che è capace di una interpretazione molto sottile e maneggevole. Si adatta inoltre meglio a descrivere le relazioni interne dei suoi Elementi. Inoltre, ognuno può essere moltiplicato o suddivisibile a volontà, come la convenienza può richiedere.

L’ALBERO DELLA VITA
I. Questa figura deve essere studiata attentamente, perché essa è la base dell’intero sistema sul quale il Tarocco è basato. É quasi impossibile dare una completa spiegazione di questa figura, perché (per un verso) è del tutto universale. Quindi non può avere lo stesso significato per qualsiasi persona
come per qualunque altra. L’universo di A non è l’universo di B. Se A e B sono seduti a un tavolo opposti l’un l’altro, A vede la parte destra dell’aragosta, e B la sinistra. Se essi stanno a fianco e guardano una stella, l’angolo è differente, e anche se questa differenza è infinitesimale essa esiste. Ma il Tarocco è lo stesso per tutti allo stesso modo in cui ogni fatto scientifico o formula è la stessa per
tutti. É molto importante ricordarsi che i fatti della scienza, sebbene universalmente veri nell’astratto, non sono ancora precisamente veri per ogni osservatore, perché persino se l’osservazione di qualsiasi oggetto comune è fatta da due persone con reazioni sensorie identiche dallo stesso punto, non può
essere direttamente allo stesso tempo; e persino la più piccola frazione di un secondo è sufficiente per muovere sia l’oggetto che l’osservatore nello spazio.
Questo fatto deve essere enfatizzato, perché uno non dovrebbe prendere l’Albero della Vita come una formula fissa morta. Esso è in un senso un eterno esempio dell’Universo, solo perché esso è infinitamente elastico; e deve essere usato come uno strumento nelle ricerche sulla Natura e le sue forze. Esso non deve essere una scusa per il Dogmatismo. Il Tarocco dovrebbe essere appreso in vita
il più presto possibile; un fulcro per la memoria e uno schema per la mente. Esso dovrebbe essere studiato costantemente, un esercizio diario; perché esso è universalmente elastico, e cresce in proporzione all’uso intelligente che si fa di lui. Così diviene il metodo più ingegnoso ed eccellente per apprezzare la totalità dell’Esistenza.
2. Sembra probabile che i Cabalisti che inventarono l’Albero della Vita fossero ispirati da Pitagora, o che sia lui che loro derivarono la loro conoscenza da una fonte comune nella più alta antichità. In ogni caso, entrambi le scuole concordano su un postulato fondamentle, che è come segue: la Realtà Ultima è meglio descritta dai Numeri, e dalla loro azione reciproca. É interessante notare che i
moderni Fisici Matematici sono stati portati alla fine a una qualche simile assunzione. Inoltre, il tentativo di descrivere la Realtà da un singolo termine definito è stato abbandonato. Il pensiero moderno concepisce la Realtà sotto l’immagine di un anello di dieci idee, tali come Potenziale, Materia e così via. Ogni termine non ha alcun significato in se stesso; esso può essere solo compreso
in rapporto agli altri. Questa è esattamente la conclusione che appare al principio in questo saggio,
riguardo alla maniera in cui i pianeti, gli elementi e i segni erano tutti dipendenti da ogni altro, e composti da ogni altro.
Ma il tentativo ulteriore di raggiungere la Realtà portò i Cabalisti a riassumere le qualità di tutte queste idee vaghe e letterarie riferendole tutte ai numeri della scala decimale.
I numeri, quindi, sono il più vicino approccio alla Realtà che è mostrata in questo sistema. Il
numero 4, per esempio, non è soprattutto il risultato di addizionare uno a tre, o di quadrare il due, o di dividere l’otto. Esso è una cosa in sé con tutte le classi di qualità morali, sensibili e intellettuali.
Esso simbolizza tali idee come la Legge, il Controllo, il Potere, la Protezione e la Stabilità.
Nel sistema Cabalistico l’idea originale è Zero10 , che appare sotto tre forme, così come (nella filosofia Cinese) il Tao si manifesta poco a poco attraverso il Teh, o come (nel migliore dei sistemi Hindu) il dio della Distruzione e dell’Annichilazione, Shiva, si manifesta attraverso l’Energia Infinita, Shakti. Il sistema inizia quindi con Ain - Niente, Ain Soph - Senza Limite, e Ain Soph Aur - la Luce Senza Limiti.
Uno può ora procedere ad immaginare qualsiasi punto in questa «luce», per selezionarlo per l’osservazione; il fatto di fare ciò lo rende Positivo. Questo dà il numero 1, che è chiamato Kether, la Corona. Gli altri numeri sorgono dalla ragione della necessità del pensiero, come spiegato nella seguente tavola:

GLI ARRANGIAMENTI NAPOLETANI11
61=0.
61+146=0 come Indefinito (Spazio).
61+146+207=0 come base della Vibrazione Possibile.
I. Il Punto: Positivo ma indefinibile,
2. Il Punto: Distinguibile dall’altro 1.
3. Il Punto: Definito dalla relazione con gli altri 2.
L’Abisso - tra Ideale e Reale.
4. Il Punto: definito da 3 coordinate: Materia.
5. Moto (Tempo) - Hé, la Vagina; perché solo attraverso il Moto e nel Tempo gli eventi hanno luogo.
6. Il Punto: ora auto-conscio, perché capace di definire sé stesso n e i termini descritti sopra.
7. L’Idea del Punto della Beatitudine (Ananda).
8. « « « « del Pensiero (Chit).
9. « « « « dell’Essere (Sat).
I0. « « « « Esso stesso soddisfatto nel suo complemento, c o m e
determinato dal 7, 8 e 9.
Si vedrà da sopra che attraverso i mezzi di queste dieci idee positive, ma non da qualsiasi numero più piccolo, uno può arrivare a una descrizione positiva di ogni oggetto dato o idea.
Finora, l’argomento è stato costruito su una base rigida matematica, con solamente la più leggera tintura di filosofia per dargli forma. Ma è a questo punto che, per lo scopo di descrivere gli oggetti del Pensiero e del Senso, si è costretti a stringere le mani agli astrologi. Il problema ora è: assegnare a un Numero Puro le idee morali che lo accompagnano. Questa è in parte una questione di esperienza, in parte di tradizioni derivate dalla più antica esperienza. Non sarebbe saggio scartare la tradizione con completo disprezzo, perché tutto il pensiero è legato dalle leggi della mente stessa, e la Mente è stata formata attraverso migliaia di anni di evoluzione in ogni uomo attraverso i pensieri dei suoi antenati.
Le cellule di tutti i cervelli viventi sono proprio come i bambini dei grandi pensatori del passato come lo sviluppo degli organi e degli arti.
Vi sono molte poche persone oggi che hanno sentito parlare di Platone e Aristotele. E di quei pochi che li hanno letti entrambi, persino in traduzione, ci sarà una persona non in un migliaio, ma forse in dieci migliaia. Ma vi sono anche poche persone il cui pensiero, tale come è, non sia condizionato dalle idee di questi due uomini.
Nell’Albero della Vita, quindi, si trova il primo tentativo di relazionare l’Ideale con il Reale. I Cabalisti dicono, per esempio, che il numero 7 contiene l’idea di Venere, e il numero 8 quella di Mercurio, che il sentiero che connette l’1 al 6 si riferisce alla Luna, e quello tra il 3 e il 6 al segno dei Gemelli.
Allora quale è il vero significato nella categoria del Reale, di questi pianeti e segni? Qui di nuovo ci troviamo di fronte all’impossibilità di definizione esatta, perché le possibilità di ricerca sono infinite;
inoltre, ad ogni momento in ogni ricerca, l’idea si fonde in un’altra e annebbia l’esatta definizione dell’immagine. Ma questo, naturalmente, è l’obbiettivo. Questi sono tutti passi ciechi sulla via della Grande Luce: quando l’Universo è percepito come uno, ancora con tutte le sue parti, ognuna necessaria e ognuna distinta.
L’inizio di questa opera è, in qualunque modo, abbastanza facile. Si richiede niente altro che la conoscenza classica elementare. Parlando volgarmente, per un inizio, le nature dei pianeti sono descritte da quegli dei a cui gli attuali corpi nel cielo vennero ascritti, secondo le antiche idee astrologiche della loro influenza sugli affari degli uomini. Lo stesso è vero, a una minore estensione,
dei Segni dello Zodiaco. Non vi è così tanta informazione disponibile circa le loro nature; ma è utile notare quale pianeta regge quale segno, e in quale segno quali pianeti sono esaltati. Le Stelle Fisse individuali non entrano nel sistema del Tarocco.

III° PARTE


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MessaggioTitolo: Re: Libro di Thoth   Libro di Thoth EmptyVen Feb 10, 2012 12:03 am

IL TAROCCO E L’ALBERO DELLA VITA
Il Tarocco, basato su queste attribuzioni teoretiche, fu disegnato come un pratico strumento per i calcoli Cabalistici e per la divinazione. In esso vi è poco posto per idee astratte. Il soggetto del libro - il Tarocco è chiamato Il Libro di Thoth o Tahuti - è l’influenza dei Dieci Numeri e delle Ventidue Lettere sull’uomo, e i suoi migliori metodi per manipolare le loro forze. Non vi è alcuna menzione dei Tre Veli del Negativo, che furono discussi nella descrizione dell’Albero della Vita. La descrizione inizia con le «piccole carte» numerate dall’1 al 10. Queste sono divise in quattro semi secondo i quattro elementi.
Così l’Asso di Bastoni è chiamato la Radice delle Forze del Fuoco. Esso appartiene a Kether, e si propone di rappresentare la prima positiva manifestazione dell’idea del Fuoco.
Il 2 appartiene a Chokmah. Ma qui non è più la semplicità dell’idea del fuoco. Un’idea in azione o nella manifestazione non è più l’Idea pura.
Questa carta è attribuita al primo Decano del segno igneo dell’Ariete, che è retto da Marte; questo, quindi dà l’idea di una forza violenta ed aggressiva. La carta è quindi chiamata il Signore del Dominio. Questa progressiva degradazione dell’idea del Fuoco continua ad aumentare lungo il seme.
Ogni successiva carta diviene meno ideale e più reale, aumentando così fino al numero 6 che corrisponde al Sole, il centro dell’intero sistema, dove l’idea ignea risorge, equilibrata; quindi pura anche se complessa. Oltre questo, la forza inizia a consumarsi, o a spiritualizzarsi, nelle carte del Decano del Sagittario. Ma la migliore fissazione della forza ignea si trova nel 9, il cui numero è il fondamento della struttura dell’Albero della Vita. Così questa carta è chiamata Il Signore della Forza.
Il fuoco è stato purificato, eterealizzato e equilibrato. Ma nel 10, che mostra la materializzazione completa e sovrabbondante, l’effetto del fuoco è portato al suo limite estremo. La sua morte è
imminente, ma essa reagisce contro di ciò come meglio può apparendo come il Signore dell’Oppressione, formidabile sulla superficie ma con i semi della decadenza che già iniziano a germogliare. Il riassunto sopra può essere facilmente applicato dallo studente agli altri semi.
Le carte di Corte sono sedici in numero, quattro per ogni seme. Vi è qui una suddivisione di ogni elemento nel suo proprio sistema. I Cavalieri rappresentano l’elemento del Fuoco, così che il Cavaliere di Bastoni rappresenta la parte ignea del Fuoco, il Cavaliere di Coppe, la parte ignea dell’Acqua.
Similarmente le Principesse o le Imperatrici rappresentano la Terra, così che l’Imperatrice di Dischi (Denari o Pentacoli) rappresenta la parte terrestre della Terra.
Queste carte hanno molte manifestazioni nei fenomeni naturali. Così, il Cavaliere di Bastoni ha l’attribuzione dell’Ariete, e rappresenta una violenza veloce di attacco, il fulmine. Ma la parte aerea del Fuoco è cordiale con il Leone, la forza solida dell’energia, il Sole. Alla fine, nella parte acquatica del Fuoco, l’armonia è con il Sagittario, che mostra l’appassita, spiritualizzata riflessione o traslucidità
dell’immagine del Fuoco, e questo richiama alla mente l’Arcobaleno. (Vedi la tavola delle Triplicità dello Zodiaco).

L’ATU DI TAHUTI12
O: Le Ventidue Case della Saggezza,
O: I Ventidue Trionfi del Tarocco.
Ventidue è il numero delle lettere dell’alfabeto Ebraico. Esso è il numero dei Sentieri del Sepher Yetzirah. Questi sentieri sono i sentieri che uniscono i dieci numeri sulla figura chiamata l’Albero della Vita.
Perché ve ne sono ventidue? Perché quello è il numero delle lettere dell’alfabeto Ebraico, una lettera corrisponde a ogni sentiero.
Perché dovrebbe essere così? Perché questi sentieri dovrebbero essere arrangiati sull’Albero nella maniera mostrata dal diagramma? Perché non ci dovrebbero essere sentieri che uniscono i numeri 2 e 5 e i numeri 3 e 4?
Uno non può rispondere a ognuna di queste domande. Chi conosce «How a got leave an ox to be. No camel quoth the Jews, like G». (Browning)? Uno sa solo che questa era l’arrangiamento convenzionale adottato da chiunque fu che inventò il Tarocco.
Cosa è peggiore è il fatto che sembra molto confuso, molto noioso; esso scuote la fede di ognuno in questi grandi saggi. Ma almeno non vi è alcun dubbio che è così.
Le lettere dell’alfabeto Ebraico sono ventidue. Vi sono tre Lettere «Madri» per gli Elementi, sette «Doppie Lettere» per i Pianeti, e dodici Lettere «Singole» per i Segni dello Zodiaco.
Ma gli Elementi sono quattro e non tre. O, incluso l’elemento dello Spirito (una materia importante per gli iniziati) essi sono cinque.
Ci sono quindi due lettere dell’alfabeto che devono svolgere un doppio compito. L’elemento del Fuoco è unito molto vicino all’idea dello Spirito; così la lettera Shin, appartenente al Fuoco, può essere presa per significare allo stesso modo lo Spirito. Vi è una ragione speciale perché questo dovrebbe essere così, anche se si applica solo in età più tarde, dall’introduzione del dogma che lo Spirito regge i quattro elementi, e la formazione del «Pentagramma della Salvezza» connesso con la parola Ebraica IHShVH, Yeheshuah.
Riguardo alla Terra, fu considerato adeguato far corrispondere la lettera Tau, che appartiene a Saturno, anche alla Terra.
Queste addizioni sono la chiara evidenza che il Tarocco compì passi definiti e arbitrari per sostenere la nuova scoperta nella Magia circa duecento anni fa; perché nessun sistema è più rigido
del sistema Ebraico. E il sistema del Sepher Yetzirah, il più profondamente radicato di tutti gli elementi del sistema Ebraico, è il più dogmatico di tutti.
Il Tarocco è giustificato non dalla fede, ma dalle opere. La dipartita dalla originale riarsa Cabala è stata giustificata dall’esperienza. Il punto (sorto prima) circa il modo in cui i sentieri sono selezionati per unire certi numeri e non altri, si trova ad esprimere dottrine relazionate con i fatti dell’iniziazione.
Deve sempre venire alla mente che il Tarocco non è solo un atlante per fatti registrati, ma un libroguida che mostra a uno come viaggiare attraverso questi paesi precedentemente sconosciuti.
I viaggiatori in Cina sono a prima vista in qualche modo disorientati quanado gli viene detto che da Yung Chan a Pu Peng vi son I00 li, ma solo 40 li da Pu Peng a Yung Chang. La risposta è che il li è una misura del tempo di marcia, non delle miglia. La differenza di calcolo ci informa che Pu Peng è lungo una strada sopra la collina.
Questo avviene allo stesso modo con il Tarocco. Il 6 di Bastoni è riferito a Giove in Leone, e chiamato il Signore della Vittoria. Questo non solo indica cosa è la vittoria, ma anche le condizioni che devono essere raggiunte in modo da ottenere la vittoria. Vi è bisogno dell’energia ignea del seme di Bastoni, l’equilibrio del numero 6, il coraggio testardo del Leone, e anche l’influenza di Giove, il
piccolo pezzo di fortuna che fa pesare la bilancia.
Queste considerazioni sono particolarmente importanti nel trattare gli Atu, o Trionfi. I Pianeti sono già rappresentati nel numero o Sephiroth dell’Albero della Vita. Ma essi hanno anche attribuzioni per alcuni dei Sentieri.
Alcuni etimologisti di una disposizione singolarmente futile hanno cercato di derivare la parola Francese «atout» dall’Atu che significa Casa. Sembrerebbe più semplice sostenere che «atout» è il termine breve per «bon à tout», che significa «bene per tutti», perché un Trionfo prenderà qualsiasi carta di qualunque seme.
Gli Atu di Tahuti, che è il Signore della Saggeza, sono anche chiamati Chiavi. Esse sono guide alla condotta. Esse ti danno la mappa del Regno del Cielo, e inoltre la maniera migliore per prenderlo con la forza. Una completa comprensione di qualsiasi problema magico è necessaria prima che esso
possa essere risolto. Studio dall’esterno, e l’azione dall’esterno, sono sempre abortivi.
É dell’importanza più estrema comprendere questo carattere estremamente specializzato dei Trionfi.
Dire che il Trionfo numerato III, chiamato L’Imperatrice, rappresenta Venere, significa qualcosa molto meno e anche molto più di quello che appare, se Venere deve essere studiata da un punto di vista strettamente astrologico.
Uno abbandona la contemplazione del tutto in ordine di prendere un vantaggio pratico di una parte. Così le Tattiche differiscono dalla Strategia. Un grande generale non pensa alla guerra in astratto, ma confina la sua attenzione a una parte minuta della sua forse vasta conoscenza del soggetto, considerando la disposizione delle sue forze in un dato luogo e tempo e come impegarle nel miglior modo possibile contro il suo avversario. Questo è naturalmente vero non solo dei Trionfi ma di tutte le altre carte; e dovrebbe essere vero per tutti gli studi specializzati. Se uno va in un negozio e chiede una mappa di un certo paese, uno non può avere una mappa completa, perché qualsiasi di tali
mappe necessariamente lo immergerebbe in un Universo visto che si avvicina alla totalità, perché un carattere del paese è modificato dai suoi paesi adiacenti, e così via fino all’infinito. Né qualsiasi mappa utile potrebbe essere completa nel modo più volgare pratico, senza portare alla confusione. Il negoziante vorrebbe sapere se il suo cliente vuole una mappa geologica, una mappa orografica, una
commerciale, una che mostra la distribuzione della popolazione, o una mappa strategica; e così fino all’infinito.
Lo studente del Tarocco non deve quindi aspettarsi di trovare qualsiasi cosa al di là di una attenta selezione dei fatti su ogni carta data, una selezione fatta per scopo magico del tutto definito.
Comunque, il Tarocco cerca di riassumere, in un solo simbolo pittorico, più aspetti possibili utili della idea. Nello studiare qualsiasi carta, uno non dovrebbe trascurare alcuna delle sue attribuzioni,
perché ogni classe di attribuzione modifica la forma e il colore della carta, e il suo uso. Questo saggio
si sforzerà, nella sezione che descrive ogni carta a turno, di includere più corrispondenze possibili.

I NUMERI ROMANI DEI TRIONFI13
I Trionfi sono numerati in figure Romane in modo da evitare confusione con i numeri Arabi delle Sephiroth. Ha intricato gli scrittori tradizionali sul Tarocco il fatto che questi numeri dovessero partire dallo 0 al XXI. Sembra che abbiano pensato che sarebbe stato più conveniente assumere che lo 0 fosse il Folle, perché egli era una nullità, un buono a niente. Essi fecero questa assunzione
semplicemente perché non conoscevano la segreta dottrina dello Zero Cabalistico. Non conoscevano la Matematica Elementare. Non sapevano che i matematici iniziano la scala decimale con lo Zero.
Per rendere del tutto chiaro agli iniziati il fatto che essi non comprendevano il significato della carta chiamata Il Folle, essi lo ponevano in basso tra le carte XX e la XXI, per una ragione che
sconcerta l’immaginazione umana a concepirla. Essi quindi attribuirono la carta numero I, il Giocoliere, alla lettera Aleph. Con questa semplice ma ingegnosa maniera essi ebbero l’attribuzione di ogni carta, eccetto l’Universo, XXI, errata.
Nel frattempo, la vera attribuzione era ben custodita nel Santuario; essa divenne pubblica solo quando la lezione segreta emessa dai membri del Grado di Pratico dell’Ordine Ermetico della Alba Dorata, fu pubblicata come risultato della catastrofe che colpì il ramo Inglese dell’Ordine nel 1899 e nel 1900, e. v., e la ricostruzione dell’intero Ordine nel Marzo e Aprile 1904, e. v. Ponendo la carta
contrassegnata 0 nel suo giusto posto, dove qualsiasi matematico l’avrebbe posta, le attribuzioni cadono in un ordine naturale che è confermato da ogni investigazione.
Vi era, comunque, un nodo nella corda. La carta chiamata Aggiustamento è contrassegnata VIII. La carta chiamata Lussuria è contrassegnata XI. Per mantenere la sequenza naturale, Lussuria dovrebbe essere attribuita alla Bilancia, e l’Aggiustamento al Leone14 . Ciò è evidentemente errato, perché la carta chiamata Aggiustamento di fatto mostra una donna con spade e bilance, mentre la carta chiamata Lussuria mostra una donna e un leone.
É del tutto impossibile comprendere perché questo capovolgimento avrebbe dovuto aver luogo fino agli eventi del Marzo e Aprile del 1904, che sono narrati in dettaglio ne «L’Equinozio degli Dei». Vi è bisogno qui di fornire solo una citazione:»Tutte queste antiche lettere del mio Libro sono giuste; ma 7 non è la Stella». (AL. I.57.) Questo era rendere l’oscurità ancora più scura. Era chiaro
che l’attribuzione della «Stella» alla lettera Tzaddi era insoddisfacente; e la questione sorse, di come trovare un’altra carta che prendesse il suo posto. Una incredibile quantità di lavoro fu compiuto su ciò; invano. Dopo quasi venti anni la soluzione apparve.
La Stella rappresenta Nuit, i cieli stellati. «Io sono Infinito Spazio, e di lui le Infinite Stelle.» (AL. I.22.) Essa è rappresentata con due vasi, uno versa acqua, simbolo della Luce, su di lei, l’altro sopra la terra. Questo è un glifo dell’Economia dell’Universo. Esso continuamente diffonde energia e continuamente la riassorbe. Esso è la relizzazione del Moto Perpetuo, che non è mai vero di qualsiasi
parte, ma necessariamente vero del tutto. Perché, se non fosse così, ci sarebbe qualcosa che sparisce nel niente, che è matematicamente assurdo. Il principio di Carnot (la Seconda Legge della Termodinamica) è vero solo nelle Equazioni finite.
La carta che deve essere scambiata con «La Stella» è «L’Imperatore», che ha il numero IV, che significa Potere, Autorità, Legge, ed è attribuita al segno Ariete. Questo si prova in una maniera molto soddisfacente. Ma essa diviene infinitamente ancora di più soddisfacente nel momento in cui
si vide che questa sostituzione chiariva l’altro mistero circa la Forza e la Giustizia. Perché Leone e Bilancia sono, da questo scambio, mostrati come ruotanti vicino a Vergine, il sesto segno dello Zodiaco, che bilancia la rivoluzione dell’Ariete e dell’Aquario intorno ai Pesci, il dodicesimo segno.
Questo è un riferimento a un segreto peculiare degli antichi che fu profondamente studiato da Godfrey Higgins e altri della sua scuola. É inutile inoltrarsi in questa questione. Ma la posizione è resa chiara
sufficientemente dal diagramma che accompagna il testo. Si vedrà a colpo d’occhio che ora, per la prima volta, esso è una perfetta simmetria fissata nel Tarocco.
La giustizia dello scambio è evidente quando si considera la Etimologia. É naturale che la Grande Madre dovrebbe essere attribuita alla Hé, che è la sua lettera nel Tetragrammaton, mentre la lettera Tzaddi è la lettera naturale dell’Imperatore nel sistema originale fonetico, come mostrato nelle paroleTsar, Czar, Kaiser, Caesar, Senior, Seigneiur, Señor, Signor, Sir.


IV°PARTE


Ultima modifica di Rebecca il Ven Feb 10, 2012 1:01 am - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: Libro di Thoth   Libro di Thoth EmptyVen Feb 10, 2012 12:04 am

IL TAROCCO E LA MAGIA
La Magia è la scienza e l’arte di causare cambiamento in conformità con la Volontà. In altre parole, essa è Scienza, Pura e Applicata.
Questa tesi è stata sviluppata a lungo dal Dr. Sir J. G. Frazer. Ma nel parlar comune la parola Magia è stata usata per intendere il tipo di scienza che le persone ordinarie non comprendono. É in questo senso ristretto che la parola sarà usata per la maggior parte di questo saggio.
L’attività della Scienza è di esplorare la Natura. Le sue prime domande sono, Cos’è questo?
Come arrivò ad esistere? Quale sono le sue relazioni con qualsiasi altro oggetto? La conoscenza acquisita può quindi essere usata nella Scienza Applicata, che domanda: Come possiamo noi impiegare al meglio tale e tale cosa o idea per lo scopo che, per noi, sembra adatto? Un esempio può rendere ciò chiaro.
I Greci dell’antichità erano consci che dallo strofinamento dell’ambra (che essi chiamavano Electron) sulla seta, l’ambra acquisiva il potere di attrarre a sé oggetti di luce tali come piccoli pezzi di carta. Ma qui essi si fermarono. La loro scienza aveva gli occhi bendati da teorie teologiche e filosofiche del tipo à priori. Dovettero passare più di 2000 anni prima che questo fenomeno fosse
correlato con altri fenomeni elettrici. L’idea della Misurazione fu a malapena conosciuta da qualcuno a parte i matematici come Archimede, e gli astronomi. Le fondamenta della Scienza, come essa è compresa oggi, furono poste appena 200 anni fa. Vi fu un aumento immenso di conoscenza; ma essa era quasi tutta qualitativa. La classificazione dei fenomeni dipendeva principalmente su analogie
poetiche. Le dottrine delle «corrispondenze» e dei «segni» erano basate su immaginarie rassomiglianze.
Cornelio Agrippa scrisse della «antipatia» tra un Delfino e un Vortice. Se una meretrice sedeva sotto
un albero di olivo, esso non avrebbe dato più frutti. Se qualsiasi cosa sembra qualcosa d’altro, essa partecipava in qualche misterioso modo delle sue qualità.
Questo suona oggi a molte persone come mera superstiziosa ignoranza e non senso; ma non sempre è così. Il vecchio sistema di classificazione era qualche volta buono e altre volte cattivo, fintanto che esso andava. Ma in ogni caso non andava molto lontano. L’ingenuità naturale dei loro filosofi naturali compensava in grande misura la debolezza della loro teoria; ed essa li portò alla fine
(specialmente attraverso l’Alchimia, dove essi furono forzati dalla natura dell’opera ad aggiungere il reale alla osservazione ideale) ad introdurre l’idea di Misura. La Scienza Moderna, intossicata dal pratico successo che accompagnava questa innovazione, ha semplicemente chiuso la porta ad qualsiasi che non possa essere misurata. La Vecchia Guardia rifiuta di discuterla. Ma la perdita è immensa.
L’Ossessione alle qualità strettamente fisiche ha bloccato tutti i reali valori umani.
La scienza del Tarocco è interamente basata su questo sistema più antico. I calcoli inclusi sono molto precisi; ma essi non perdono mai di vista l’Incommensurabile e l’Imponderabile.
La teoria dell’Animismo fu sempre presente nelle menti dei maestri medioevali. Qualsiasi oggetto naturale possedeva non solo le sue caratteristiche materiali, ma era una manifestazione di una idea più o meno tangibile alla quale egli dipendeva. Il laghetto era un laghetto, vero; ma vi eraa n c h e una ninfa la cui casa era lì. A sua volta, lei era dipendente da un tipo superiore di ninfa, che era molto meno attaccata da vicino a qualsiasi laghetto dato, ma più ai laghetti in generale; e così via, fino alla Suprema Signora dell’Acqua, che esercitava una generale supervisione sopra il suo intero dominio.
Lei, naturalmente, era soggetta al Reggente Generale di tutti i Quattro Elementi. Era lo stessa idea esattamente come nel caso della polizia, che ha il suo sergente, ispettore, sopraintendente, commissario, andando sempre più sù in un modo nebuloso e remoto fino a raggiungere l’oscuro Segretario Interno,
che è, egli stesso il servitore di un fantasma completamente intangibile e incalcolabile chiamato la Volontà del Popolo.
Noi possiamo dubitare fino a che punto la personficazione di queste entità era concepita come reale dagli antichi; ma la teoria era quella che mentre ognuno con un paio di occhi potrebbe vedere il laghetto, egli non potrebbe vedere la ninfa eccetto che per un qualche incidente. Ma essi pensavano
che un tipo superiore di persone, a forza di ricerca, studio ed esperimento poteva acquisire questo potere generale. Una persona ancora più avanzata in questa scienza poteva arrivare alla reale connessione con le forme superiori, perché più sottili, di Vita. Egli poteva forse far sì che esse si manifestassero a lui in una forma materiale.
Una buona quantità di ciò poggia sull’ideologia Platonica, che sosteneva che qualsiasi oggetto materiale era una copia impura e imperfetta di qualche perfezione ideale. Così gli uomini che desideravano avanzare nella scienza spirituale e nella filosofia si sforzarono sempre di formulare per sé l’idea pura. Essi cercarono di procedere dal Particolare al Generale; e questo principio è stato di grande servizio alla scienza ordinaria. La matematica di 6+5=11, e 12+3=15, era tutta fatta a pezzi. Il progresso arrivò solo quando essi annotarono le loro equazioni in termini generali. X5-Y5= (X+Y)(X+Y) copre tutte i possibili casi di sottrarre il quadrato di un numero da un quadrato di un altro. Così
l’Insignificante e l’Astratto, quando compresi, hanno molto più significato che l’Intelligibile e il Concreto.
Queste considerazioni si applicano alle carte prese dal Tarocco. Qual’è il significato del Cinque di Bastoni? Questa carta è soggetta al Signore del Fuoco, perché è un Bastone, e alla Sephira Geburah perché è un Cinque. É inoltre soggetta al segno Leone, e al pianeta Saturno, perché questo pianeta e
segno determinano la natura della carta. Questo non è dire altro che un Martini Secco ha un pò di ginepro, un pò di alcool, un pò di vino biano e erbe, un pezzo di buccia di limone, ed un pò di ghiaccio. É una composizione armoniosa di vari elementi; una volta mescolati, esso forma un composto singolo dal quale sarebbe molto difficile separare gli ingredienti; malgrado ciò ogni ingrediente è necessario alla composizione.
Il Cinque di Bastoni è quindi una personalità; la natura di questa viene riassunta nel Tarocco chiamandola «Lotta».
Questo significa che, se usato passivamente nella divinazione, cioé, quando si presenta, «Ci sarà un combattimento». Se usato attivamente, esso significa che l’appropriato metodo di condotta è di combattere. Ma vi è un ulteriore punto circa questa carta. Essa è governata nel mondo angelico da due Esseri, uno durante le ore della Luce, l’altro durante le ore dell’Oscurità. Quindi, in ordine di usare le proprietà di questa carta, un modo è di porsi in comunicazione con l’Intelligenza interessata, e di indurla a eseguire la sua funzione. Vi sono così settantadue «Angeli» posti sulle trentasei piccole carte; esse sono derivati dal «Grande Nome di Dio» di settantadue lettere,chiamato Shemhamphorasch.

IL SHEMHAMPHORASCH E IL TAROCCO
Questa parola significa il Nome Diviso. Il «Nome» è Tetragrammaton: I.H.V.H. comunemente chiamato Jehovah. Egli è il Supremo Signore dei Quattro Elementi che compongono fondamentalmente l’intero universo.
Vi sono tre versi in Esodo (xiv, 19, 20, 21) ognuno contenente settantadue lettere. Annotando le prime di queste, e al di sotto di questo il verso seguente all’indietro, e sotto questo ancora l’ultimo verso in avanti, si ottengono settantadue colonne di tre lettere ciascuna. Queste sono lette verso il basso, e le terminazioni AL o AH, secondo se sono maschili o femminili, aggiunte. Vi è inoltre una
attribuzione di queste Intelligenze, una per ognuna dei quinari o segmenti dei cinque gradi dello Zodiaco; ma vi sono anche innumerevoli angeli, demoni, immagini magiche, signori della triplicità, angeli minori assistenti, e così via, con i demoni che li corrispondono. É del tutto inutile studiare tutte queste attribuzioni. Esse possono solo essere richieste nel caso di desiderare di entrare in
comunicazione reale con una di queste per qualche scopo speciale. Queste questioni sono qui menzionate per scrupolo di completezza; ma il Tarocco perderà tutta la sua vitalità se uno si permette di essere sviato dalla sua pedantezza.

IL TAROCCO E LA MAGIA CERIMONIALE
Il Tarocco è così, intimamente legato alle Arti puramente magiche della Invocazione e della Evocazione. Con Invocazione si intende l’aspirazione al più alto, alla forma più pura della parte di se stesso che uno desidera mettere in azione.
L’Evocazione è molto più obbiettiva. Non implica la simpatia perfetta. La propria attitudine di fronte all’Essere invocato può persino essere, almeno uperficialmente, ostile. Quindi, naturalmente, più uno è avanzato nell’iniziazione, meno l’idea della ostilità entra dentro la sua mente. «Tout comprendre, c’est tout pardonner». Così in ordine di comprendere qualsiasi carta data, uno deve
identificarsi con essa completamente per il momento; e una maniera di fare ciò è di indurre o costringere l’Intelligenza che regge la carta a manifestarsi ai sensi. Perché, come spiegato sopra, l’antica teoria dell’Universo includeva la tesi che ogni oggetto nella Natura possedeva un custode spirituale. Parlando grossolanamente, ciò non si applicava così tanto agli oggetti manufatti, sebbene
vi sono eccezioni a questo, come nel caso degli Dei del Focolare, l’Architrave e i simili; o di angeli o spiriti che si suppone siano interessati alla spada o alla lancia di qualcuno. Un’arma particolarmente potente era probabilmente destinata ad avere la reputazione di non essere stata prodotta interamente da mano umana, ma forgiata nei vulcani o nel paese delle fate, così da essere permeata di poteri
sovrannaturali. Alcune famose spade avevano nomi, ed erano considerate come esseri viventi; esse erano soggette a volare fuori dalla finestra se il proprietario si tratteneva troppo, invece di uccidere le persone come era giusto fare.

IL TAROCCO E L’ANIMISMO
É solamente naturale, quindi, che a un tempo quando le rappresentazioni pittoriche o scritte delle idee erano al di là della comprensione di tutti ma solo di poche persone, quando la Scrittura stessa era considerata magica, e la Stampa (come è) un invenzione del Diavolo, la gente doveva considerare i geroglifici (sia scritti che pittorici) come esseri viventi che hanno potere in sé stessi. Può essere che, persino oggi, vi siano case nel più scuro Shropshire dove a qualcuno che pone un altro libro sopra la Bibbia della Famiglia gli verrebbe detto di non mettere più piede in quella casa. L’azione automatica è in ogni dove ascritta agli oggetti inanimati; per esempio, I Ferri di Cavallo alle porte. Vi è un intera classe di tali superstizioni. Il problema di come ogni data superstizione sorge non è stato ancora soddifacentemente risolto. Uno può (ignorantemente) derivare il nonsense del Sedersi-in- Tredici-a-Tavola dalla leggenda dell’Ultima Cena. (Tra parentesi, essa deve essere stata difficilmente la prima volta che quei tredici si sedettero a tavola.)
Ma le superstizioni realmente primitive non possono essere spiegate così semplicemente. Sembra più probabile che esse sorsero dal costume non scientifico (estremamente comune tra gli uomini di scienza) di generalizzare da troppi pochi fatti. Poteva succedere per caso che su mezza dozzina di occasioni nel breve periodo, un cacciatore, che si esponeva alla Luna Piena, venisse ucciso. La vecchia fallacia del Post hoc propter hoc ritornerebbe; e il villaggio direbbe, «Porta sfortuna andare fuori a caccia durante la Luna Piena». Ciò acquisterebbe forza, come fu ripetuto attraverso le generazioni attraverso la virtù dell’indolenza mentale; e non sarebbe stata disturbata, perché il Tabù
avrebbe reso la coincidenza originale improbabile dal riaccadere. Se, comunque, qualcosa di simile aveva luogo durante la Luna Nuova, ci sarebbe stata una nuova superstizione; e subito ci sarebbe un legame completo del Tabù sulla Luna.
Un caso recente. L’ultimo Mr. S.L. Mathers pubblicò nel 1898-9, la traduzione di un manoscritto chiamato La Sacra Magia di Abramelin il Mago, in un piccola edizione privata. Alcune centinaia di persone la comprarono. Un gruppo speciale di compratori sotto la sua personale osservazione furono tutti, o quasi tutti, colpiti dalla sfortuna. In un anno, le persone dicevano che possedere il libro nel
proprio scaffale era terribile e pericoloso.
Avrebbe questa teoria resistito alla esaminazione statistica? Chi può dirlo? Ma, abbastanza curiosamente, nel 1938 e.v., una copia trascurata fu presa dal suo luogo nascosto in un oscuro scaffale.
Immediatamente, accaddero disastri alla maggior parte delle persone implicate e a quelle con cui essi erano in stretta relazione. Post hoc propter hoc. Ma chi può essere sicuro?

V° PARTE


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MessaggioTitolo: Re: Libro di Thoth   Libro di Thoth EmptyVen Feb 10, 2012 12:05 am

LE CARTE DEL TAROCCO COME ESSERI VIVENTI
La scienza Vittoriana, eccitata dalla sua vittoria sopra il Supernaturalismo, era del tutto nel giusto nel dichiarare l’Immisurabile «Oltre ogni Limite». Essa aveva un diritto a dire ciò su considerazioni tecniche, ed essa era una necessità strategica della sua offensiva; ma ostacolò sé stessa limitando il suo scopo. Essa si espose agli attacchi più mortali della Filosofia. Quindi, specialmente dall’angolo
delle Fisiche Matematiche, i suoi propri generali tradirono il suo dogmatismo. L’essenza della Scienza oggi è molto più misteriosa che le speculazioni più nebulose di Leibnitz, Spinoza o Hegel; la defizione moderna della Materia ci ricorda irresistibilmente la definizione dello Spirito data da tali mistici come Ruysbroek, Boehme e Molinos. L’idea dell’Universo nella mente di un moderno matematico è singolarmente reminescente dei deliri di William Blake.
Ma i mistici erano tutti in errore quando essi erano pii, e ritenevano che i loro misteri fossero troppo sacri per analizzarli. Essi dovevano introdurre l’idea della Misura. Questo è esattamente cosa è stato fatto dai maghi e dai Cabalisti. La difficoltà è stata che le unità di misura sono esse stesse elastiche; tendono persino ad essere letterarie. Le loro definizioni erano circolari come, ma non più
occasionali, che le definizioni dei fisici di oggi. I loro metodi erano empirici, sebbene essi si sforzarono di renderli accurati, come pure la mancanza di precise misure e apparati standard permessi, perché essi non avevano ancora formulato una qualsiasi vera teoria scientifica.
Ma i loro successi furono numerosi. Tutto dipendeva dall’abilità individuale. Nella malattia ci si dovrebbe fidarsi del fisico nato piuttosto che degli esperti di laboratorio di Battle Creek.
Una delle grandi differenze tra la Chimica antica e moderna è l’idea degli Alchimisti che la sostanza nel suo stato naturale è, in un modo o in un altro, una cosa vivente. La tendenza moderna è di insistere sul misurabile. Uno può andare in un museo e vedere file di globi di vetro e bottiglie che contengono le sostanze chimiche che vanno a formare il corpo umano; ma la collezione è molto
lontana dall’essere un uomo. Ancora meno spiega la differenza tra Lord Tomnoddy e Billy Sykes. I chimici del diciannovesimo secolo erano in grandi difficoltà nell’analizzare l’oppio ed isolare i suoi alcaloidi, così come un bambino spaccava a pezzi un orologio per vedere in che modo funzionava.
Essi ebbero successo, ma i risultati non furono del tutto salutari. La morfina ha un effetto ipnotico molto più diretto che l’oppio; la sua azione è più veloce e più violenta; ma è inoltre una droga molto pericolosa, e i suoi effetti sono molte volte disastrosi. L’azione della morfina è sensibilmente modificata da altri venti strani alcaloidi che esistono nell’oppio. Gli effetti intossicanti dell’alcool differiscono a
seconda se uno lo assorbe con il Richebourg ’29 o con gin sintetico. Un esempio molto più sensazionale arriva dal Venezuela, dove messaggeri che corrono masticano foglie di coca, coprendo centinaia di miglia al giorno, e dormono fino a che si sono riposati. Essi non hanno alcuna cattiva reazione, e non rimangono dipendenti. La cocaina è una storia completamente differente. Gli adepti del Tarocco direbbero, del tutto semplicemente; «Noi siamo vivi e la pianta è viva, così noi possiamo essere amici. Se te uccidi la pianta in primis, stai cercando guai».
Tutto questo è qui scritto in difesa del sistema dei creatori e degli utilizzatori del Tarocco, dei loro metodi di trattare con la Natura, di fare esperimenti senza l’attenzione indebita al desiderio di fare le cose velocemente. Essi dovrebbero esporre una miscela ai raggi del sole o della luna per settimane o mesi, pensando che andrebbe del tutto persa se essi la riscaldassero violentemente. I
processi della Natura (essi direbbero) sono lenti e temperati; facciamo in modo di copiarli! Vi possono essere stati buoni terreni per queste visioni. L’esperienza porta a quella conclusione.
Questa è una maniera di Introduzione per giungere a una tesi estremamente necessaria alla comprensione del Tarocco. Ogni carta è, in un senso, un essere vivente; e le sue relazioni con i suoi vicini sono cosa uno potrebbe chiamare diplomazia. É compito dello studente di incorporare queste pietre viventi dentro il suo Tempio.

Esagramma Unicursale
E’ sempre stato dichiarato impossibile
di rappresentare un Esagramma Unicursale;
ma ciò viene ora compiuto. Le linee, comunque,
sono strettamente Euclidiane; essi non hanno larghezza.

I Giorni della Settimana
Leggi intorno all’Esagono, il (magico) ordine
dei Sette Pianeti Sacri. Leggi intorno allo
Esagramma, l’ordine dei giorni della settimana.
(Si crede che questa semplice scoperta fosse
dovuta al tardo G.H. Frater D.D.C.F.)
Diagramma Il doppio Occhiello nello Zodiaco

NOTE
1Per tracciare il suo progresso nell’ordine sarà d’aiuto al il lettore seguire la sua opera. Egli raggiunse il grado di Adeptus Minor 5E=6E (Fra: R.R. et A.C.) nel Gennaio 1900 e.v. Quello di Adeptus Major 6E=5E, prendendo il motto «OL SONUF VAORESAJI» nell’Aprile 1904 e.v. Quello di Adeptus Exemptus 7E=4E, prendendo il motto OY MH, nel 1909 e.v. (Fra: A.×. A.×.) Quello di Magister Templi 8E=3E il 3 Dicembre 1910 e.v., accettando il motto precedentemente conferito a lui, Vi Veri Vniversum Vivus Vici. Vedi Liber 418 pp. 73-76 et al. Quello di Magus 9E=2E prendendo il motto ÔÏ ÌÅÃÁ ÈÇÑIÏÍ (0&*9<) il 12 Ottobre 1915 e.v.
2Viene supposto da alcuni studiosi che la R.O.T.A. (Rota, una ruota) consultata nel Collegium ad Spiritum Sanctum - vedi il Manifesto «Fama Fraternitas» dei Fratelli della Rosa Croce - fosse il Tarocco.
3Un impudente impostore «parvenu», che si è chiamato «Ordine dei Maestri Nascosti», è recentemente apparso - e scomparso.
4Consulta in special modo pp. 61 a 119. Il messaggio dei Capi Segreti è dato nel Libro della Legge, che è stata pubblicato privatamente per gli iniziati, e pubblicamente in The Equinox, Vol. I, No 7 e No 10; inoltre, con pieni dettagli ne L’Equinozio degli Dei, pp. 13 a 38. In una tasca alla fine di questo volume vi è una riproduzione fotolitografica del manoscritto. Vi è inoltre una edizione economica del testo del Libro stesso. Vi sono inoltre Edizioni Americane del testo.
5La sua virtù magnetica (similarmente) è ignea, la sua conduttività aerea, e il suo peso e pesantezza, terrestre. Ancora, il peso è solo una funzione della curvatura del «continuum spazio-tempo»: «La Terra è il Trono dello Spirito.»
6 Vedi L’Equinozio degli Dei, cit.
7 Vedi AL III,34. La referenza è a Maat, Themis, Signora dell’Equilibrio.
8 Essi non compresero che il Cerchio è solo un caso dell’Ellisse: quello dove i foci coincidono.
9 Il presente autore scoprì questo fatto durante il suo studio - ancora incompleto - degli Yi King.
10 É intenzionale qui ripetere, in un altro linguaggio, le idee spiegate già in questo saggio.
11 Così chiamati perché per la prima volta furono elaborati in quella città.
12 Atu: Casa o Chiave nell’Antico Egiziano. Tahuti: il Dio Egiziano della Saggezza, Magia, Scienza e anche Illusione. In Coptico, Thoth: in Greco, Hermes: in Latino, Mercurio. Gli Dei Hindu e Scandinavi corrispondenti sono forme degradate.
13 Alcuni paragrafi di questa sezione ripetono, in frasi leggermente diverse, giudizi già fatti nelle pagine precedenti. Questo è inteso.
14 I vecchi titoli di queste carte erano rispettivamente «Forza» e «Giustizia»: essi sono inadeguati e fallaci.


FINE
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